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Salvini perde per la strada il Lombardo-Veneto: 5 province bocciano il suo nuovo Codice

Nota congiunta degli assessori di Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova: "Va contro la sicurezza stradale, il governo ci ripensi"

Pubblicato:21-03-2024 14:57
Ultimo aggiornamento:21-03-2024 14:57

salvini
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ROMA – “La sicurezza stradale di pedoni e ciclisti deve essere la priorità. Il testo va rivisto prima che sia troppo tardi”. Sul nuovo codice della Strada voluto da Matteo Salvini è questa la richiesta in una nota congiunta degli amministratori di cinque città di Lombardia e Veneto: Stefano Zenoni, assessore all’Ambiente e alla Mobilità (Bergamo), Federico Manzoni, vicesindaco e assessore alla Mobilità e Camilla Bianchi, assessora all’Ambiente (Brescia), Tommaso Ferrari, assessore all’Ambiente e alla Mobilità (Verona), Sara Baldinato, assessora all’Ambiente e Cristiano Spiller, assessore alla Mobilità (Vicenza) e Andrea Ragona, assessore all’Ambiente e alla Mobilità (Padova).

“Chiediamo al Governo di ripensarci”, scrivono i sette amministratori del Lombardo-Veneto, che sottolineano come il Ddl indebolisca “la convivenza tra i diversi utenti della strada” e “non interviene sulla prevenzione delle principali cause di incidenti, su tutte la velocità eccessiva delle auto”. Ma, soprattutto, il nuovo codice della Strada, aggiungono Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova “limita pesantemente l’autonomia di azione delle Amministrazioni comunali, prevedendo l’intervento del Ministero per ogni decisione che riguarda la progettazione e realizzazione di piste ciclabili, di zone a traffico limitato e di aree a basse emissioni, aree pedonali e aree di sosta nelle città, comportando di fatto lo stop all’introduzione, da parte degli enti locali, di strumenti utili a potenziare la sicurezza stradale”.

In questi anni tante città in Italia “seguendo i modelli europei più virtuosi, hanno introdotto nelle aree urbane, su richiesta dei propri concittadini, elementi di moderazione del traffico, interventi per una sana convivenza tra bici e auto e approntato soluzioni per il gravoso problema della sicurezza stradale. Il disegno di legge in esame, purtroppo, va esattamente nel senso opposto”.


Gli amministratori delle città lombarde e venete ricordano infine la “forte mobilitazione contro questa riforma da parte di tante associazioni da tempo impegnate a favore di sicurezza stradale e mobilità sostenibile” contro un disegno di legge che “guarda in maniera semplicistica al tema della sicurezza stradale e compie numerosi passi indietro rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale. Auspichiamo- concludono Zenoni, Manzoni, Bianchi, Ferrari, Baldinato, Spiller e Ragona- una presa di coscienza da parte del Parlamento e del Governo e un conseguente dietrofront sul disegno di legge”.

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