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Roma ricorda Modesta Valenti, la santa dei senzatetto – VIDEO

Modesta, una clochard, trovava spesso rifugio nei locali della stazione Termini. Quella notte si sentì male, ma gli operatori dell'ambulanza che arrivò si rifiutarono di aiutarla perché era sporca e piena di pidocchi

Pubblicato:21-03-2015 14:40
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:12

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ROMA – “Un sacrificio come quello di Modesta Valenti non deve avvenire più”. Roma ricorda oggi la ‘santa dei senza dimora’, la donna morta il 31 gennaio 1983 davanti alla stazione Termini perché nessuno le prestò soccorso. Modesta, una clochard, trovava spesso rifugio nei locali della stazione. Quella notte si sentì male, ma gli operatori dell’ambulanza che arrivò si rifiutarono di aiutarla perché era sporca e piena di pidocchi.

  


Trentadue anni dopo Modesta è il simbolo della città che ancora soffre e vive dell’aiuto dei volontari, con la comunità di Sant’Egidio in prima fila. Da due anni, accanto al binario 1 della stazione Termini, c’è una lapide che la ricorda. Oggi Roma la commemora: in stazione arrivano clochard e gente comune, tutti con una gerbera in mano da deporre ai piedi della lapide.

“Modesta Valenti è una caduta per l’inaccoglienza e l’indifferenza- dice il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo– ma oggi i tanti che sono qui dimostrano il mondo che ha mosso. La sua storia e il suo ricordo hanno toccato nuovi cuori che si muovono accanto alle persone in difficoltà. Accanto alle cattive notizie c’è la buona notizia di tanye persone che generosamente e gratuitamente aiutano chi soffre”.

L’amministratore delegato di Trenitalia Michele Mario Elia avverte: “Il sacrificio di Modesta Valenti non deve avvenire più. Nelle stazioni ci sono tanti senza casa, tante persone con parecchi disagi: le Ferrovie hanno aperto 15 help center in Italia, luoghi di aiuto: a Roma nel 2014 hanno aiutato 3 mila persone”.

Per Cristina Maltese, presidente XII municipio, i clochard “non sono cittadini di serie b ma devono essere cittadini come gli altri; dobbiamo uscire dal tunnel di chi guadagnava sugli ultimi invece di aiutarli”. Il vescovo ausiliare di Roma Matteo Zuppi aggiunge: “La stazione è uno dei luoghi più anonimi che ci sono, spesso la gente scappa per la paura. La targa invece dà un nome, Sant’Egidio offre un futuro. Da questo si vede la qualità della nostra città”.

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