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Migranti, il Tribunale condanna l’Italia: “Riammissioni in Slovenia illegali”

Per il Tribunale di Roma i respingimenti sulla rotta balcanica sono "in palese violazione delle norme internazionali, europee e interne"

Pubblicato:21-01-2021 18:20
Ultimo aggiornamento:21-01-2021 18:25

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ROMA – “Ha diritto a fare immediato ingresso in Italia, in applicazione dell’articolo 10 della nostra Costituzione, per poter chiedere asilo, il cittadino straniero illegalmente riammesso in Slovenia e poi in Bosnia sulla base dell’accordo Italia-Slovenia da considerarsi in palese violazione delle norme internazionali, europee e interne“. E’ la sentenza del Tribunale di Roma che “smonta” di fatto le riammissioni “informali” praticate dal maggio 2020 dei migranti della rotta balcanica arrivati nel Friuli Venezia Giulia dalla Slovenia, prima tappa dei respingimenti “a catena” che si conclude nel cantone bosniaco di Una-Sana. Ne da’ notizia sul proprio sito l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, che ha assistito nel ricorso alla giustizia un cittadino pakistano, richiedente asilo, vittima luglio del 2020 di questo meccanismo.

“Con tale decisione il Tribunale ha sancito l’illegittimita’ della procedura di riammissione attuata al confine orientale italiano sulla base di un accordo siglato tra Italia e Slovenia nel 1996, mai ratificato dal Parlamento italiano”, spiegano dall’Asgi. Il Tribunale osserva inoltre che la riammissione e’ stata “eseguita senza la consegna agli interessati di alcun provvedimento e senza alcun esame delle situazioni individuali, dunque con chiara lesione del diritto di difesa e del diritto alla presentazione di un ricorso effettivo”.

E’ stato violato inoltre “l’obbligo di non refoulement il quale vieta di esporre lo straniero a rischi di trattamenti inumani e degradanti”, documentati da numerose Ong e dalle testimonianze raccolte dal Border Violence Monitoring network, una drammatica costante al confine croato, sottolineano dall’Asgi.


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