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La Trinità di Pietro da Cortona ritrova la sua luce, restaurata la cupola di Santa Maria in Vallicella

Sull'affresco che decora la Chiesa Nuova è intervenuta la Soprintendenza speciale di Roma con un finanziamento del Fec

Pubblicato:20-12-2023 16:22
Ultimo aggiornamento:20-12-2023 16:22
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Chiesa Nuova
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Pietro da Cortona sale sulla cupola di Santa Maria in Vallicella. Si accorge che non ha la luce che merita. È buia. Chiede di aprire delle finestre subito sotto la sommità, fa allargare il lanternino. E si mette all’opera. Siamo nella seconda metà del Seicento e a più di 40 metri di altezza l’artista decora quei 300 metri quadrati con Il Trionfo della trinità. C’è la storia del vecchio e del nuovo Testamento. Ci sono Adamo ed Eva, c’è Abele, Giuditta, Mosè, Noè con l’arca, la crocifissione e la riconciliazione del Figlio con il Padre. Dipinge gli angeli, tanti, a sorreggere la corona di stucco dorato che circonda il lanternino. All’interno, più in alto di tutto, c’è la colomba dello spirito santo. Forse “più attento al colpo d’occhio finale che alla tecnica esecutiva”, Pietro conclude un capolavoro che però di lì a poco vedrà comporsi le prime crepe dovute alle nuove aperture. Cinque grandi lesioni, che attraverseranno le sue pennellate e la cupola da parte a parte, saranno negli anni successivi oggetto di restauri anche grossolani. Come quello del 1893, l’ultimo dedicato alla cupola della Chiesa Nuova prima dell’intervento eseguito negli ultimi mesi dalla Soprintendenza Speciale di Roma, guidata da Daniela Porro, e finanziato dal Fec, il Fondo edifici di culto di cui fa parte Santa Maria in Vallicella.

LA ‘SOMMA URGENZA’

L’intervento nasce per riportare la luce sull’opera di Pietro da Cortona, ma soprattutto per rimettere in sicurezza la cupola “con somma urgenza”. Una misura scattata quando un pezzettino di stucco è caduto in testa a un lettore davanti a tutta la comunità di fedeli. Impossibile rimandare il restauro durato circa due anni e oggi concluso. “Dal 7 gennaio inizieremo a smontare i ponteggi e la chiesa tornerà libera dalle impalcature”, ha detto la Soprintendente Porro. “Abbiamo trovato uno stato conservativo veramente molto problematico e soprattutto la presenza di queste cinque lesioni molto importanti che sono state studiate, controllate e sanate. Tutto l’insieme, poi, è tornato al suo splendore originale grazie a una profonda pulitura. Era un intervento di cui c’era estremamente bisogno, era dal 1893 che non si poneva mano a queste pitture”.

L’ULTIMO RESTAURO NEL 1893

Per 130 anni nessuno ha visto da vicino i danni effettivi subiti dall’affresco. A fine Ottocento, però, l’obiettivo primario dell’intervento era rinvigorire le dorature. “In quell’occasione, il resto dell’opera ha subito delle ridipinture che hanno marcato gli scuri, con l’idea che da sotto risaltassero e fossero più leggibili le figure”, racconta Lisa Morello, restauratrice del pool guidato da Alessandra Fassio. Il risultato è stato un appesantimento notevole del dipinto, incupito da un restauro “a tratti grossolano e eseguito da mani diverse. Abbiamo rimosso gli interventi più deturpanti, per altri abbiamo usato un approccio critico che ci ha portato a una valutazione metro per metro”. Con la tecnica del tratteggio, il team della Soprintendenza ha integrato la pellicola pittorica mancante, come nel caso delle 600 piccole perdite di intonaco chiamate ‘bottaccioli’ e causate dall’uso di una malta ancora in fase di maturazione, forse frutto di un’altra “ingenuità” dell’autore.


LE SORPRESE

Come ogni restauro, anche quello della cupola di Santa Maria in Vallicella ha portato con sé delle sorprese. “Pietro da Cortona ha lavorato per un anno e mezzo a questo affresco- dice Morello- l’artista ha avuto parecchi pentimenti che abbiamo scoperto grazie alla pulitura della calce, che quando viene inumidita diventa trasparente. È così che siamo riusciti a scorgere diversi volti dipinti da Pietro e poi coperti con le nuvole“. E poi c’è il naso di Eva che a causa di una crepa era diventato più lungo di due centimetri. A ridare il giusto profilo alla figura è stato Ciro Ferri, allievo più fedele di Pietro da Cortona. “E’ lui nel 1689 a ritoccarlo e a riportarlo vicino alle sue forme originali, regalando a Eva una rinoplastica“, ha scherzato Fassio.

ESEMPIO DI BAROCCO ROMANO

Quando le imponenti impalcature verranno smontate, una nuova illuminazione “farà godere al meglio i personaggi che rendono l’affresco uno degli esempi più fulgidi del Barocco romano”, ha detto infine Porro che oggi ha presentato il restauro insieme ai ministri dell’Interno e della Cultura, rispettivamente Matteo Piantedosi e Gennaro Sangiuliano. “Proseguiremo lungo questa strada per conservare, valorizzare e far scoprire ai cittadini un patrimonio inestimabile costituito dagli edifici di culto di proprietà dello Stato e dalle opere d’arte che vi sono custodite”, ha sottolineato Piantedosi, mentre Sangiuliano ha ricordato che “il patrimonio religioso, come i nostri musei, costituisce i punti cardinali di una geografia identitaria della nazione”.

GLI ALTRI INTERVENTI

L’intervento ha costituito l’ultimo segmento, in ordine temporale, del progetto complessivo di restauro che ha riguardato anche i cantieri per la messa in sicurezza della volta e delle pavimentazioni della Cappella Spada, la messa in sicurezza della cappella della Presentazione, la parziale revisione delle coperture con l’installazione del sistema linea vita e la messa in sicurezza della Cupola stessa compresi i quattro pennacchi e le decorazioni a stucco. Altri fondi del Fec, poi, permetteranno il consolidamento strutturale, il restauro delle superfici decorate dell’abside e della volta della navata centrale, il restauro delle navate laterali e la realizzazione del nuovo impianto di illuminazione. Inoltre, con i fondi della programmazione ordinaria Fec si è dato seguito al consolidamento strutturale, al restauro delle superfici pittoriche e degli stucchi decorativi al ripristino delle pavimentazioni e delle fodere marmoree della navata centrale della chiesa e alla risoluzione delle problematiche infiltrative.

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