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ROMA – Una vera e propria tempesta per una frase fraintesa, forse detta male. Dario Corallo, 30 anni e candidato alle primarie del Partito Democratico, è salito alla ribalta per il suo scontro via social con il celebre medico ‘no vax’ Francesco Burioni. Ma, oltre le polemiche, chi è Dario Corallo e perchè ha deciso di candidarsi alla segreteria dem? Ecco l’intervista rilasciata all’Agenzia Dire il giorno dopo l’annuncio della sua candidatura.
https://www.facebook.com/agenziastampaDIRE/videos/2170250436577848/
ROMA, 11 OTTOBRE 2018 – “Il corallo è rosso, quando è bianco vuol dire che non sta bene, che è morto”. Si presenta così Dario Corallo, giovane candidato alla segreteria dem per il prossimo congresso del Partito Democratico, durante l’intervista con l’Agenzia di Stampa Dire.
30 anni, una laurea in filosofia e una militanza iniziata al liceo nelle fila della Sinistra Giovanile prima e nei Giovani Democratici poi, dove ricopre il ruolo di responsabile comunicazione in segreteria nazionale. E la scelta di candidarsi viene proprio da questa lunga militanza: “siamo un gruppo di ragazzi- racconta- che doveva decidere se mollare il campo perchè il centrosinistra sta in grandissima difficoltà oppure tentare un ultimo assalto alla rocca“.
L’obiettivo di Corallo è chiaro: “Dobbiamo cambiare tutto, non c’è più nessun collegamento tra la base e la dirigenza. Le discussioni nei circoli- spiega- muoiono lì mentre la dirigenza va avanti per conto suo. La base è diventata talmente inutile che ci hanno mandato a pulire i parchi, ma la militanza non è quella, è l’orecchio sul territorio”.
“Noi- continua- pensiamo di cambiare integralmente lo statuto perchè il Partito Democratico nasce male e con contraddizioni profondissime“.
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Tra qualche mese il Partito Democratico esisterà ancora? “Se non cambia no, perchè non svolge nessuna funzione sociale e nessuna funzione politica e rimane a guardare. Così non serve”, osserva Corallo.
“Renzi- aggiunge- rappresenta un’idea che è sempre stata all’interno della sinistra. Un’idea che però è sempre stata tenuta, anche in maniera coatta, in posizione minoritaria. A un certo punto l’ingranaggio si rompe ed esplode la contraddizione, e loro ti riservano lo stesso trattamento. Si è passati dal centralismo democratico alla dittatura della maggioranza e l’idea che chi vince comandi. Invece no, chi vince dovrebbe dirigere”.
“Sono tantissimi- continua Corallo- i dirigenti e i militanti del Pd che possono raccontare di aver subito pesanti attacchi anche personali dopo aver osato criticare qualcosa che pensavano sbagliato”.
Secondo Corallo “Buona parte dei dirigenti del Pd non ha un mestiere, e questo li costringe a restare vincolati a quel posto. Ma se non rappresenti nessuno è complicato tenersi quel posto”.
“Allora che fai?- spiega Corallo- Ti circondi di una serie di lacchè che ti sostengono qualsiasi cosa tu dica e che tieni fedeli con la promessa che anche loro, un giorno, potranno fare così, cioè non dovranno lavorare per vivere. Ed è un meccanismo che si incarta, perchè tu hai un sacco di dirigenti pronti a sostenere l’insostenibile pur di compiacere il proprio leader di riferimento e intanto la realtà se ne va”.
Il candidato alla segreteria dem prova anche a spiegare lo scarso appeal del Pd sugli under 30: “I giovani non guardano al Partito Democratico perchè non ci siamo occupati di loro. Quando lo abbiamo fatto, abbiamo pensato principalmente a studenti universitari, che per quanto possano essere importanti, sono la minoranza. La maggioranza, circa l’80%, lavora a nero nel terzo settore e noi lì non ci siamo andati perchè era complicato, richiedeva uno sforzo”.
“Il paese è in enorme difficoltà- afferma ancora Corallo- perchè la sinistra ha abdicato completamente a fare politica. Quando il M5S ha vinto le elezioni ha cercato un dialogo con il secondo partito, che era il Partito Democratico, ma gli è stata chiusa la porta perchè a questo o quel dirigente non conveniva, temevano di essere messi nell’angolo. Allora loro si sono rivolti al terzo partito che è la Lega, che oggi sembra il primo perchè si sta mangiando il Movimento 5 Stelle”.
“Salvini si sgonfierà quando la sinistra comincerà a fare politica ed affronterà la paura. E la paura si può affrontare in due modi, o come salvini che al bambino che ha paura dell’uomo nero nell’armadio gli dice di prendere a calci l’armadio, oppure- conclude- aprendo la porta e facendo vedere che nell’armadio l’uomo nero non c’è“.
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