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Fs solidale. Gli Help center delle stazioni termometro del disagio sociale – VD

Ogni giorno le stazioni diventano punto di

Pubblicato:20-07-2015 11:26
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:27

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poveri bisognosi stazioniOgni giorno le stazioni diventano punto di raccolta per tanti bisognosi in cerca di qualche monetina o di un riparo dalla strada. Ma a darne il numero preciso è il Rapporto Onds – Osservatorio Nazionale sul Disagio e sulla Solidarietà nelle stazioni italiane 2014, presentato oggi a Roma, che riporta anche dati e statistiche sulle attività  sociali svolte dai 14 Help center operativi in altrettante stazioni ferroviarie italiane31.702 persone ‘senza fissa dimora’, calcolate a partire dalle richieste giunte a questi centri, ossia il 26% in più rispetto all’anno precedente. Altro dato allarmante poi riguarda i senza fissa dimora che nel corso di un anno solare vi si sono rivolti per la prima volta: 17.184, cioè il 43% in più rispetto al 2013.  Ma non finisce qui.

Nel presidio della stazione di Roma Termini ‘Binario 95’ sono stati 1.722, su un totale di 2.927 persone disagiate, quindi il 58%. Ogni mese ha accolto e inserito nei suoi percorsi di recupero e

orientamento sociale e lavorativo in media 30 persone. Di queste, “due sono state introdotte stabilmente al lavoro presso il giornale di strada ‘Shaker, pensieri senza dimora’”,


      Fonte: Twitter

Fonte: Twitter

a cui, conclude Fs, “si aggiungono 4 persone svantaggiate che già da diversi anni contribuiscono ai servizi di Binario 95 o del giornale di strada”.

Per quanto riguarda l’anno corrente, dal 1 gennaio ad oggi sono state raccolte 19.300 richieste d’aiuto da parte di 2.700 persone, di cui 650 sono italiane e 1.600 nuovi utenti. L’indagine ha inoltre osservato che questo tipo di azioni sociali sono state più numerose al Sud, e in particolare nelle città di Catania, Messina e Bari.

Per Michele Mario Elia, amministratore delegato di Fs, si tratta di “una partecipazione convinta e solidale”, grazie alla quale “si sono effettuati 470mila interventi. E proprio le stazioni “per i migranti sono il primo punto d’arrivo- ricorda Elia- per questo vogliamo dare una risposta concreta sia ai viaggiatori che alle persone disagiate che ne hanno bisogno”. E ha proseguito: “Il problema esiste ed è in crescita. Come Gruppo partecipiamo a questo processo per dare un contributo, tuttavia -ha concluso-quella ferroviaria non è la soluzione finale: questi numeri sono in aumento e vanno affrontati in maniera diversa: non solo con numeri freddi ma con partecipazione attiva”.

Di Serena Tropea – Giornalista Professinista

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