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Intossicazione da pesce adulterato, indagati imprenditori e dipendenti di imprese ittiche

Sarebbe stato "decongelato e adulterato con sostanze non consentite per esaltarne l'aspetto e il colore ma rendendolo di fatto nocivo per la salute dei consumatori"

Pubblicato:20-05-2022 12:30
Ultimo aggiornamento:20-05-2022 12:33
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BARI – A far partire le indagini della procura di Trani che ha portato alla iscrizione nel registro degli indagati di imprenditori e dipendenti di alcune imprese ittiche, è stata l’intossicazione alimentare che ha colpito una decina di persone in diverse province italiane (tra cui una famiglia di Pezze di greco, contrada di Fasano nel Brindisino) e scatenata dal consumo di tonno pinna gialla. Dalla attività di indagine è emerso che il prodotto ittico, prima della sua immissione in commercio da parte di un’azienda di Bisceglie (Barletta – Andria – Trani), sarebbe stato “decongelato e adulterato con sostanze non consentite” spiegano gli investigatori per “esaltarne l’aspetto e il colore ma rendendolo di fatto nocivo per la salute dei consumatori”.

Nella mattina di oggi i carabinieri del Nas di Bari assieme ai colleghi di Napoli, Taranto, Foggia, Campobasso e Salerno hanno eseguito 9 decreti di perquisizione, disposti dalla procura a carico anche di due laboratori privati e accreditati di Avellino in cui si effettuavano le analisi sul prodotto lavorato nell’azienda biscegliese e che non avrebbe evidenziato la presenza degli additivi illeciti. I destinatari del provvedimento rispondono a vario titolo, di contraffazione di sostanze alimentari, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, distribuzione di alimenti nocivi e lesioni personali.


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