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Leiva (Ciprodeh): “In Honduras uccide più la corruzione che il coronavirus”

A parlare con l'agenzia Dire e' Carlos Leiva, direttore dell'organizzazione che si occupa di monitorare il rispetto dei diritti umani e promuovere l'inclusione sociale nel Paese centroamericano

Pubblicato:20-04-2020 14:48
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:10
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di Brando Ricci

ROMA – “Il problema principale che abbiamo ora in Honduras e’ che nessuno crede piu’ al governo, perche’ ha dimostrato di non essere capace di risolvere i problemi nel settore sanitario e di rispondere alle necessita’ delle persone piu’ vulnerabili. L’unica cosa che ha fatto e’ affrontare la questione con l’esercito e la polizia: questo ha avuto il solo risultato di incutere timore nelle persone. Intanto la crisi provocata dal Covid-19 peggiora, e noi siamo preoccupati”: a parlare con l’agenzia Dire e’ Carlos Leiva, direttore del Centro de Investigacion y Promocion de los Derechos Humanos (Ciprodeh) dell’Honduras. Di base nella capitale Tegucigalpa, l’organizzazione si occupa da oltre 30 anni di monitorare il rispetto dei diritti umani e promuovere l’inclusione sociale nel Paese centroamericano.


La scorsa settimana, insieme ad altre organizzazioni locali, il Ciprodeh ha pubblicato un dossier intitolato ‘Estado critico de la nacion en tiempos de Covid-19‘. Il report esamina le misure imposte dall’esecutivo del presidente Juan Orlando Hernandez per contenere la diffusione del virus, tra le quali l’introduzione dello stato di emergenza e l’obbligo del confinamento domestico.

Secondo Leiva la situazione nel Paese e’ critica: “Il numero di casi confermati puo’ sembrare basso, circa 450. In realta’ siamo il Paese dell’America centrale ad aver eseguito meno test. E’ probabile che il numero reale sia molto piu’ elevato”.
Secondo il dirigente del Ciprodeh, l’imposizione di restrizioni rigide ha messo a nudo molti dei problemi sociali del Paese. “Il 70% della popolazione honduregna vive di economia informale” dice Leiva. “Le conseguenze del non poter uscire di casa in questo contesto sono tremende“. 

Secondo il dirigente, nel Paese “si sta violando il diritto basilare all’alimentazione delle persone”. La gente e’ anche scesa in strada, nonostante le restrizioni, per cercare cibo. “La polizia – riferisce Leiva – ha reagito lanciando lacrimogeni e maltrattando persone che non possono fare altrimenti, perche’ in casa non hanno da mangiare”.

L’atteggiamento delle forze dell’ordine sarebbe uno degli aspetti piu’ critici della fase che sta vivendo il Paese, al punto che il Ciprodeh ha messo a disposizione della popolazione un registro per denunciare le violenze di esercito e polizia. “Ne abbiamo ricevute molte” dice Leiva: “I militari non hanno sviluppato un minimo di senso di solidarieta’ e la loro prepotenza sta rendendo la crisi ancora peggiore”.
Un altro diritto negato al popolo honduregno e’ quello alla salute, secondo l’organizzazione: “Il nostro personale sanitario – denuncia Leiva – sta lavorando in condizioni pessime, senza protezioni e ci sono gia’ stati casi di decessi tra i medici”.

Per affrontare l’emergenza coronavirus, il governo di Tegucigalpa ha stanziato una cifra di oltre dieci miliardi di lempira, l’equivalente di circa 39 milioni di euro. Per Leiva, pero’, l’esecutivo sta dimostrando tutta la sua incompetenza nell’utilizzo di questi fondi: “Sono stati utilizzati in modo assurdo: gli ospedali si comprano i televisori, invece dei respiratori polmonari“. L’attivista racconta di esponenti del personale sanitario licenziati per aver denunciato incongruita’ nella gestione dei fondi.

Incapacita’, quindi, ma non solo. Leiva ritiene che la ragione sia anche la corruzione, radicata nella politica nazionale. “E’ parte integrante del modus operandi del partito di governo che e’ al potere da dieci anni” dice l’attivista. “La corruzione e’ il grande problema dell’Honduras: fa piu’ vittime del virus“.

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