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Berrettini: “Io e Melissa Satta non stiamo più insieme”

"Non è successo niente di particolare. La ringrazio per quest'anno bellissimo che abbiamo vissuto insieme", dice il tennista

Pubblicato:20-02-2024 16:41
Ultimo aggiornamento:20-02-2024 18:21

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ROMA – “Io e Melissa Satta non stiamo più insieme. Abbiamo avuto un rapporto bellissimo, intenso, di grande stima. Non andrò oltre questo. Non è successo niente di particolare. La ringrazio per quest’anno bellissimo che abbiamo vissuto insieme”. Lo ha detto Matteo Berrettini, in conferenza stampa oggi su Zoom.

SONO STATI MESI DIFFICILI, NON MI SENTIVO PIÙ UN GIOCATORE

“Il rientro in campo sarà a breve, sto bene, mi sto allenando molto bene. Mi sono preso il tempo necessario per allenarmi al massimo. Non mi sono mai impegnato così tanto nella mia carriera per tornare a divertirmi”. Il tennista romano rassicura tutti: tornerà in campo a Phoenix, e poi a Miami, ma salterà Indian Wells. “Sono stati mesi complicati, non sono riuscito a competere, e quindi questo mi ha fatto soffrire parecchio. Rispetto al passato ho accettato un po’ meno questi problemi. Mi impegnavo tanto ma non potevo sentirmi giocatore. Per fortuna ora mi sento di aver superato tutto, mentalmente e fisicamente. Ho tanti stimoli, ho voglia di giocare tornei e sentirmi giocatore. Sento una bella energia nell’aria”.

“Con Roig mi sto trovando molto bene. Ha un metodo in cui crede molto, testato anche con Nadal. E’ molto tecnico, lavoriamo anche su come colpire la palla. Ci concentriamo su ogni dettaglio. E’ un lavoro interessante, include tutto il mio tennis. Mi dà tantissimi stimoli. Gioco a tennis da quando ho 7 anni, sono venti anni che faccio la stessa cosa”.
Non sentendomi bene, in forma, ad un certo punto mi sono sentito stanco di dover superare questi problemi fisici. Sono andato giù perché non trovavo più l’energia per tornare più forte di prima. Ero in una fase di stallo. Non sapevo a cosa aggrapparmi. E’ partito tutto dai problemi fisici. Adesso sentendomi meglio con la testa riesco a gestire meglio anche i piccoli acciacchi. Mi hanno rigirato come un pedalino, per capire se ci fossero problemi al mio corpo. Il tennis stressa moltissimo il corpo. Ma non giustifica tanti problemi. Non sono usciti deficit incredibili, ma piccole cose. Ho una scoliosi molto importante, ho la schiena a esse. Lavoriamo molto sul posturale, sulle rotazioni per gli addominali. Non siamo stati fermi, aggiungendo anche studi terzi”.


SINNER MI DÀ UNA GRANDE MANO, PER ME È UNO STIMOLO ENORME

“Provo grandissima stima per Sinner. La prima volta che ci ho giocato a Montecarlo mi sono reso conto che era un ragazzo speciale. Per vincere uno Slam devi mettere insieme tante cose, sta facendo cose pazzesche. Ci scriviamo spesso, siamo più uniti che mai e mi dà una grandissima mano. In Coppa Davis mi ha fatto un effetto molla. Ci aiutiamo l’un l’altro, cerco di prendere qualcosa dal suo approccio. E’ uno stimolo, mi fa venire voglia di tornare lassù. Io a lui ruberei la risposta, a Malaga dal vivo era una roba impressionante”.
Berrettini spiega come è venuto fuori dal tunnel degli infortuni, preparando il prossimo rientro: “Per un periodo non sapevo se sarei tornato a divertirmi. E’ un dubbio che oggi non ho più per fortuna. I dubbi sono importanti, altrimenti significa che non avrei interesse. Serve la strizza. Dopo l’infortunio agli Us Open ero esaurito, per la prima volta facevo fatica anche a fare fisioterapia. Mi dovevo trascinare per uscire di casa. Giorno per giorno, mettendo anche ordine alla mia vita sportiva, abbiamo trovato insieme una soluzione con Santopadre. Ci siamo resi conto che entrambi avevamo bisogno di stimoli diversi. E’ stato un passo importante, quello”.
“Rifarei tutto uguale- continua- se guardo la mia carriera sorrido. Tutto quello che ho fatto, per me è una vittoria. Potrei pensare di fare ancora meglio, ma con i se e i ma faccio fatica. Non cambierei nulla di quello che ho fatto. Sono felice del giocatore e della persona che sono”.
Tornando agli obiettivi immediati: “Nel 2024 non rincorrerò uno Slam, anche se firmerei col sangue per vincerlo. Ma l’approccio sarà diverso. In Australia mi sentivo pronto, mi ero allenato bene, con parecchie ore in campo. Ma una volta lì, non so se per il caldo o cosa, ci siamo accorti che non ero pronto. Mi sono uscite tre-quattro cose su cui stare molto attenti, non volevo infortunarmi di nuovo. Era quella la priorità”.

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