NEWS:

Banca Etruria, tra Renzi e Di Maio è scontro totale sulle parole di Visco

Per il segretario dem, su Banca Etruria il suo governo è stato "ineccepibile". Attacca Di Maio: "quadro di indebite pressioni sulla vigilanza bancaria"

Pubblicato:19-12-2017 13:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

 

ROMA – Matteo Renzi parla di comportamento “istituzionalmente ineccepibile”, per Luigi Di Maio furono “violenze inaccettabili”. Nel mezzo dello scontro, ormai perenne, tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, le parole del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, audito questa mattina in commissione sul caso Banca Etruria.


LEGGI ANCHE: Visco: “Renzi mi chiese di Banca Etruria, non risposi. Da Boschi no pressioni”

Secondo Visco, chiamato a rispondere delle presunte pressioni del governo sul caso Banca Etruria, l’argomento venne fuori in due diversi incontri con l’ex premier Matteo Renzi, sempre accompagnato dai ministri Padoan e Delrio. Nel primo, racconta il governatore di Bankitalia, “parlammo di economia e mi chiese perchè Vicenza voleva prendersi Arezzo e parlò degli orafi. Io la presi come una battuta, questa sugli orafi, e come tale risposi. Non entrai per niente nelle questioni di vigilanza”.

L’incontro successivo, spiega ancora il governatore, si tenne “a colazione da noi. Ci fu la richiesta di Renzi di parlare di banche in difficoltà e io risposi che di banche in difficoltà parlo solo con il ministro dell’Economia. Non ebbi mai nessuna tentazione (di rispondere, ndr) ma sicuramente lui la domanda la fece”.

 

RENZI: GRAZIE A VISCO, NOI INECCEPIBILI. NESSUNA RICHIESTA VIOLAZIONE SEGRETO

“Mi fa piacere che Visco finalmente fughi ogni dubbio sul comportamento dei ministri. Nessuno di loro ha mai svolto pressioni ma solo legittimi interessamenti legati al proprio territorio: attività istituzionalmente ineccepibile svolta anche da amministratori regionali di ogni colore politico. Ringrazio dunque il Governatore Visco che mette la parola fine a settimane di speculazione mediatica e di linciaggio verbale verso esponenti del mio Governo”. Questo il commento di Matteo Renzi alle parole del governatore di Bankitalia.

“Il nostro interesse per Etruria- spiega l’ex premier- era decisamente minore rispetto ad altri gravi problemi del sistema del credito e il tempo che abbiamo impiegato a informarci di questo lo conferma: decisamente più rilevante è stato il lavoro congiunto su altri dossier, a cominciare da quello di Atlante. Rivendico tuttavia il fatto di essermi interessato a tutti i singoli territori, nessuno escluso, oggetto di crisi bancarie. Le difficoltà del calzaturiero marchigiano o del settore orafo aretino o dell’export Veneto o del turismo pugliese stavano a cuore a me e al mio Governo come possono testimoniare le mie iniziative pubbliche e i numerosi incontri con Banca d’Italia, svoltisi sempre alla presenza di collaboratori e colleghi, quali Pier Carlo Padoan e Graziano Delrio”.

Renzi conclude: “Nessuna “insistenza”, nessuna “pressione”, nessuna richiesta di “violazione del segreto” è stata mai formulata da parte nostra e del resto essendosi svolti gli incontri in presenza di testimoni il fatto è facilmente verificabile. Il nostro stile istituzionale è sempre stato ineccepibile come peraltro riconosciuto dallo stesso Governatore”.

 

DI MAIO: DA RENZI VIOLENZA ISTITUZIONALE, HA INTERFERITO

Dura e di segno opposto la reazione del candidato premier del M5S Luigi Di Maio: “Pochi giorni fa scrivevo che la Boschi è solo la punta dell’iceberg di un sistema politico-bancario molto più profondo. Oggi arriva la conferma che anche l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi usò la sua posizione per interferire nella vicenda Banca Etruria“.

“Ignazio Visco- prosegue- ricorda che in un incontro dell’aprile 2014 Renzi gli chiese espressamente perché Banca Popolare di Vicenza volesse prendersi l’Etruria. La stessa domanda che Maria Elena Boschi rivolse a più riprese al presidente di Consob Giuseppe Vegas, terrorizzata dalla possibilità che la banca di famiglia finisse in mani sconosciute”.

Per Di Maio, dunque, “si fa sempre più chiaro un quadro di indebite pressioni sulla vigilanza bancaria da parte di quel giglio magico che controlla tuttora il Partito Democratico. La principale preoccupazione del duo Renzi-Boschi non era risolvere i tanti e gravi problemi del Paese, ma proteggere Arezzo e la banca amministrata da Pier Luigi Boschi”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it