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Preside istituto Sereni di Roma: “Nessun studente disabile discriminato”

"Raggiunto il tetto massimo di iscrizioni"

Pubblicato:19-05-2023 15:14
Ultimo aggiornamento:19-05-2023 15:22

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ROMA – Nessuna discriminazione da parte dell’istituto agrario Emilio Sereni di Roma, citato ieri da alcuni organi di stampa tra le scuole che avrebbero negato l’iscrizione a studenti disabili. Sentita dall’agenzia di stampa Dire, la dirigente scolastica Patrizia Marini spiega che l’inconveniente è dovuto proprio al successo del modello di inclusione rappresentato dal Sereni. “Il nostro istituto ha sempre posto grande attenzione all’inclusione dei ragazzi portatori di disabilità- commenta la preside- Non è un caso che ad oggi risultano iscritti per l’anno scolastico 2023-24 oltre 120 ragazzi con disabilità certificata, ai quali si aggiungono altri 90 alunni con Dsa (Disturbi specifici dell’apprendimento)”.

Attualmente, aggiunge Patrizia Marini, nelle classi c’è un rapporto di quattro ragazzi con disabilità per ciascuna classe. Questo significa che nelle classi, oltre ai quattro ragazzi con disabilità, dovranno convivere anche quattro insegnanti di sostegno e quattro assistenti. Ad oggi su circa 800 studenti dell’istituto, ci sono 122 disabili, 133 Dsa e 12 Bes: il 42 % di certificazioni sul totale. La scuola ha anche esteso il numero minimo di alunni disabili per classe, passando da 2 a 4, “proprio per accogliere quanti più alunni possibile, ed essendo consapevoli delle difficoltà di molte famiglie- spiega ancora la dirigente- Nella nostra scuola sono attivi circa dieci tipologie di laboratori di inclusione: scherma integrata, pet therapy, giardinaggio, cucina e molte altre attività. E in tanti laboratori i ragazzi con disabilità lavorano insieme agli altri studenti.

Il problema, quindi, sottolinea anche il presidente del Consiglio di Istituto, Alberto Belloni, “va risolto a livello centrale: anche io ho un figlio che soffre di disturbo dello spettro autistico e conosco le difficoltà che si incontrano”. La scuola esprime comunque la sua vicinanza alle famiglie interessate dall’accaduto. “Ma ogni istituto- spiega la preside- ha una capienza massima di studenti con disabilità, dettata dalle sue dimensioni e dell’organico. Siamo obbligati a stabilire delle restrizioni a causa dell’enorme numero di richieste di iscrizioni che arrivano- prosegue- e uno dei requisiti di esclusione è la distanza: il criterio è dare la precedenza a chi abita vicino l’istituto. La scuola potrebbe anche accoglierne di più, ma a quel punto l’inclusione vorrebbe dire esclusione: ovvero sarebbe necessario creare classi con soli studenti disabili o classi speciali”.


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