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Luigi Renna è il nuovo vescovo di Catania: “Ricomincio da qui”

Sul simbolo episcopale del nuovo vescovo di Catania è raffigurato uno scudo argenteo, sinonimo della trasparenza nell'agire, una corona di spine, da cui fiorisce un melograno, e tre stelle

Pubblicato:19-02-2022 13:57
Ultimo aggiornamento:20-02-2022 14:06

luigi renna vescovo catania
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CATANIA – “Fino a tre giorni fa ero a Cerignola, oggi ricomincio da qui: Catania è una realtà bella, ricca, complessa. Non la conosco bene, è necessario che passi del tempo. I giudizi devono essere messi sempre in evidenza nelle loro luci e nelle loro ombre. La dottrina sociale della Chiesa si divide in tre passaggi: vedere, giudicare alla luce del Vangelo e solo dopo agire“. Così monsignor Luigi Renna, nuovo vescovo dell’arcidiocesi di Catania e già vescovo della diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano, durante la conferenza stampa tenutasi oggi, nel salone dei vescovi dell’Arcivescovado di Catania, dove ha incontrato i giornalisti e la comunità diocesana. Oggi pomeriggio Catania accoglierà il nuovo vescovo, nominato da Papa Francesco. La presa di possesso canonico avverrà con la celebrazione eucaristica nella cattedrale del capoluogo etneo.

“In Puglia – afferma l’arcivescovo – ero vescovo solo da 6 anni ed ero molto inserito. Ero segretario della Conferenza episcopale e presidente dell’istituto pastorale pugliese. La Chiesa nella sua sapienza ha una modalità di conoscere, di scegliere i vescovi. Papa Francesco ha scelto, sono rimasto sorpreso, avrà avuto i suoi criteri, ed è bene che rimangano nel segreto del suo cuore“.

La società, inclusa Catania, vive un periodo di fragilità economica e sociale e monsignor Renna si sofferma sull’operato della Chiesa: “I problemi vanno studiati e non affidati a slogan propri del populismo. Si stratta di costruire diritti democraticamente con un percorso adeguato, parlandone e facendo tutto ciò che è in nostro potere. La Chiesa può formare le coscienze e dare aiuto, come sta già facendo, in maniera consistente, attraverso la Caritas. È poca cosa rispetto ad una nuova coscienza politica, tutti i problemi si risolvono nella misura in cui la politica sa fare questo. Ne parleremo, ma l’input più grande lo dobbiamo affidare ad una politica che se ne faccia carico”.


Monsignor Renna sottolinea il dolore di chi ha perso i propri cari durante la pandemia: “Tutti quanti – dice – siamo stati segnati negli affetti e non potere celebrare un funerale, non potere ricomporre la salma è un’impressione che ci rimane per sempre. D’altro canto, quello che non riusciamo a comprendere lo mettiamo nelle mani di Dio. Credo che nelle parole della fede e nella preghiera possiamo trovare il senso di un dolore che, razionalmente, non potrebbe essere spiegato. Solo quando accostiamo le nostre sofferenze a quella di Cristo ci rendiamo conto che in Lui troviamo consolazione e la forza per andare avanti“.

Sul simbolo episcopale del nuovo vescovo di Catania è raffigurato uno scudo argenteo, sinonimo della trasparenza nell’agire, una corona di spine, da cui fiorisce un melograno, e tre stelle: “La corona di spine – spiega – fa riferimento alla reliquia della Sacra Spina conservata nella cattedrale di Andria. Ogni volta che il 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, coincide con il Venerdì Santo, la Sacra Spina manifesta un prodigio, cambia forma. È successo sotto i miei occhi nel 2005 e nel 2016”. “La passione di Cristo, la passione in genere – conclude monsignor Renna – porta sempre a dei frutti e il frutto più bello è il melagrano che ha i chicchi tra loro compatti ed ordinati e che nella tradizione della Chiesa significano la carità, le tre stelle sono l’azione della grazia di Dio nella vita della Vergine Maria”.

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