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Muore durante fermo della Polizia, Salvini: “Che dovevano fare, offrirgli una brioche?”

ROMA - "Se i poliziotti non possono usare le manette per fermare un violento, che cosa devono fare? Rispondere con

Pubblicato:19-01-2019 16:45
Ultimo aggiornamento:19-01-2019 16:45
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ROMA – “Se i poliziotti non possono usare le manette per fermare un violento, che cosa devono fare? Rispondere con cappuccio e brioche?”. Così, in diretta Facebook, indossando una giacca con la scritta ‘Polizia’, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, torna sul caso del tunisino morto ieri a Empoli in seguito a un fermo.

“Buon sabato- dice Salvini- ai poliziotti che, a Empoli, facendo il loro lavoro, hanno ammanettato un violento che purtroppo è stato colto da arresto cardiaco”.

IL CASO: COME E’ MORTO ARAFET ARFAOUI

Arafet Arfaoui, cittadino tunisino di 32 anni, è morto giovedì sera durante un fermo da parte degli agenti della Polizia di Stato. L’uomo, bloccato a terra con le manette alle mani ed una corda per immobilizzargli le gambe, avrebe accusato un malore durante l’intervento delle forze dell’ordine.


Stando a quanto ricostruito, Arfaoui si era ricato in un negozio di money transfer per cambiare due banconote da 20 euro. Temendo che una fosse falsa, il proprietario del negozio ha rifiutato il servizio. Da lì sarebbe nata una discussione che ha portato il commerciante, un cittadino indiano, a richiedere l’intervento della Polizia.

Sul caso la procura di Firenze ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Nella giornata di ieri sono stati interrogati gli agenti intervenuti, oltre una decina di testimoni. Lunedì verrà effettuata l’autopsia.

MANCONI: MANETTE AI POLSI E CAVIGLIE LEGATE, COME E’ STATO POSSIBILE?

Sul caso è intervenuto anche Luigi Manconi, direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.

“La vittima aveva- scrive Manconi in una nota- oltre che le manette ai polsi, le caviglie legate e si trovava, di conseguenza, in una condizione di totale incapacità di recare danno ad altri e a sé. Come è potuto accadere, dunque, che in quello stato abbia perso la vita e che non si sia trovato modo di prestargli soccorso?”

“Sappiamo- aggiunge- che le forze di polizia dispongono di strumenti per limitare i movimenti della persona fermata, ma mi chiedo se la corda usata per bloccargli le gambe sia regolamentare oppure occasionale, se fosse in quel momento strettamente indispensabile o se non vi fossero altri strumenti per contenere l’uomo. In altre parole, non si può consentire che vi siano dubbi sulla legittimità di un fermo o sulle modalità della sua applicazione”.

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