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Dal Popolo delle libertà al Popolo di Salvini: Berlusconi lo incorona re del centrodestra

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di Stampa Dire, per DireOggi | Edizione del 18 ottobre 2019

Pubblicato:18-10-2019 15:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:51

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ROMA – Dal predellino della sua auto Silvio Berlusconi annunciò la nascita del suo Popolo delle Libertà, santificato in seguito con una manifestazione di massa in Piazza San Giovanni a Roma. E sempre lui domani, sconfitto da sondaggi impietosi, salirà sul palco della manifestazione organizzata proprio in Piazza San Giovanni dal leader della Lega, Matteo Salvini. E così sarà evidente, urbi et orbi, che d’ora in avanti ci sarà il PdS, il Popolo di Salvini.

D’altra parte Forza Italia è sprofondata al 7-8%, mentre la Lega resta stabile al 30%. Berlusconi prende atto che c’è un nuovo re, che toccherà a Salvini menar le danze e guidare il centrodestra alla riscossa. La manifestazione di domani, che vedrà scendere in piazza anche Casapound, ha pure spaccato quel che resta di Forza Italia: una parte dei dirigenti sarà sul palco con Berlusconi, altri, come Carfagna e Brunetta, hanno fatto sapere di non riconoscersi nei valori e parole d’ordine della Lega. Per Berlusconi c’è pure il rischio, nel momento in cui vorrà prendere la parola, di prendersi grandi bordate di fischi.

Sempre domani ci sarà la giornata clou della Leopolda, la manifestazione di Matteo Renzi in veste di leader del nuovo partito Italia Viva. Ancora una volta, dopo il faccia a faccia a Porta a Porta, i due Matteo se la vedranno a ‘Piazza a Piazza’. Mentre il primo spingerà sul governo dell’inciucio e sulle elezioni anticipate, l’altro chiarirà, ancora una vota, che i suoi voti sono vitali per tener su il Governo Conte 2, e quindi vanno contrattati.


Anche il Capo politico del M5S, Luigi Di Maio, deve per forza inserirsi nel confronto e per questo insiste a punzecchiare il premier su questo o quel punto della manovra. Un gioco già visto in passato che i dirigenti del Pd, a partire dal segretario Nicola Zingaretti, sopportano a fatica. Proprio Zingaretti, parlando con i suoi, ha detto a chiare lettere che se la maggioranza salta si va subito al voto con Conte premier. Avvertimento che, però, spingerà sempre più Renzi nelle braccia di Di Maio, e viceversa.

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