NEWS:

Caridi: “L’Inps pagherà l’assegno unico senza decurtazioni a chi perderà il reddito di cittadinanza”

Entro fine anno saranno 230mila i nuclei che perderanno il diritto a percepire il reddito di cittadinanza

Pubblicato:18-08-2023 19:34
Ultimo aggiornamento:18-08-2023 19:35

reddito di cittadinanza
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “L’Inps pagherà l’Assegno unico senza decurtazioni a chi perderà il Reddito di cittadinanza. Fino a febbraio 2024 le somme saranno versate direttamente sulla carta del Reddito”. Chi parla è Vincenzo Caridi, direttore generale dell’Inps, l’Istituto di previdenza finito nella bufera proprio sul Reddito per la scelta di comunicare tramite un sms la perdita di questo beneficio a circa 160 mila cittadini. “Dottor Caridi- si legge nell’intervista rilasciata al quotidiano ‘Il Messaggero’- è pentito di quel messaggino?”. “Guardi- risponde- l’Inps si muove necessariamente entro i confini tracciati dal legislatore che sono estremamente precisi. L’sms è uno strumento che utilizziamo spesso perché semplice e diretto. Tenga conto che nell’ultimo anno ne abbiamo inviati oltre 52 milioni. In questo caso, forse abbiamo detto più di quello che in genere scriviamo e questo ne ha cambiato la percezione”. “Quel testo però- domanda l’intervistatore- ha generato confusione e rabbia?”. “Ma non è certo con un sms (per quanto impreciso nel contenuto, e su questo stiamo facendo verifiche)- spiega Caridi- che si abolisce una prestazione- replica Caridi- la cui cancellazione era stata decisa e comunicata già da otto mesi”. Il giornalista del Messaggero domanda poi. “A proposito, in quanti lo riceveranno ancora?”. Il direttore generale dell’Inps ricorda che “abbiamo pagato l’ultima rata delle sette mensilità a luglio a poco meno di 160.000 nuclei familiari, quelli che hanno già ricevuto l’sms. Ad agosto saranno in 30.000 a ricevere la settima e ultima rata. Ci aspettiamo che altri complessivi 40mila possano perdere il Reddito di cittadinanza da settembre a dicembre. Una platea complessiva, quindi, di 230mila nuclei. Ma è una cifra destinata a ridursi ancora per effetto di ulteriori prese in carico da parte dei Servizi sociali. Per gli altri, da settembre, si apre la possibilità di chiedere il nuovo Supporto per la formazione e il lavoro”.

Altra domanda per Vincenzo Caridi: “In quanti continueranno invece a ricevere il Reddito?”. “Si tratta dei nuclei cosiddetti ‘fragili‘- dice- che sono almeno 750mila e continueranno a percepirlo fino al 31 dicembre. Dal primo gennaio 2024, questi stessi nuclei potranno avere l’Assegno di inclusione”.

L’intervista prosegue. “Sul Reddito le truffe continuano a emergere. Si poteva fare di più sui controlli?“. “L’Istituto- informa- ha fatto nel tempo tutti i controlli che è stato messo in grado di fare e sulla base di quanto previsto dall’originaria norma sul Rdc. Quando nel 2022 sono stato nominato direttore generale ho emanato una direttiva che si occupa solo di questi controlli, puntando soprattutto su quelli precedenti all’erogazione. Risultato: nel 2022 le domande respinte prima dell’erogazione sono salite a 524.623 ovvero 32.131 in più rispetto a quelle del 2019 e le prestazioni decadute, per effetto degli automatismi di controllo introdotti, sono state nel 2022 oltre 300 mila a fronte di poco più di 66.000 del 2019″. “A che punto siamo con il Sistema informativo di inclusione sociale e lavorativa (Siisl), la piattaforma che dovrebbe incrociare domanda e offerta di lavoro per gli ex percettori del Reddito?”. “Partirà il primo settembre. L’Inps- precisa al giornalista del quotidiano romano- sta partecipando in prima linea alla realizzazione, in stretta collaborazione con il ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Oltre a mettere in collegamento le diverse piattaforme già utilizzate nelle interazioni tra ministero, Comuni, Regioni, Anpal e lo stesso Inps, consentirà ai diversi attori di operare in stretta sinergia e metterà a disposizione degli utenti una nuova piattaforma, completamente dedicata all’accompagnamento e al supporto nel percorso di attivazione, formazione e ricerca del lavoro. Su questo ci sforzeremo di operare sempre meglio: siamo impegnati nell’adeguamento dei sistemi informatici, per consentire al nuovo, articolato ma completo sistema, che integra politiche attive e passive, di funzionare opportunamente”.


“Torniamo all’Assegno unico. I beneficiari del Reddito lo percepivano ‘ridotto’ in base a una scala di equivalenza. Una famiglia che riceve 700 euro di sussidio e ha tre figli, invece di 610 euro ha un assegno unico di 400. Ora- chiede il giornalista- avranno l’importo intero? “Sì- risponde Caridi- avranno l’importo senza decurtazioni. E sarà accreditato ancora sulla carta del Reddito, almeno fino a febbraio dell’anno prossimo. Poi anche loro dovranno fare una nuova domanda”. L’intervista tocca altri temi. “Il sostegno per i figli oggi arriva a oltre 6 milioni di famiglie, ma c’è la richiesta di rimuovere il filtro dell’Isee. Lei cosa ne pensa?”. Il dg dell’Istituto di previdenza replica che “questa misura è un aiuto importante per le famiglie. Una distribuzione a pioggia non gioverebbe a quelle in difficoltà economica. Si potrebbe però ripensare alle modalità di valutazione della situazione economica patrimoniale, chiedersi se l’Isee attuale sia veramente adeguato a tal fine. Sicuramente si può poi agire sul piano della semplificazione. La volontà di ottenere l’Isee potrebbe, per esempio, essere considerata implicita nella domanda di assegno, ma anche di tutte le prestazioni che lo richiedono. Il calcolo dovrebbe essere del tutto automatizzato collegando i sistemi dei diversi detentori dei dati utili, senza necessità di dichiarazioni da parte dell’utenza”. “L’Inps- fa infine notare il giornalista del Messaggero- è stato commissariato con l’obiettivo di un cambio di governance. Lei, che attualmente ricopre questa carica, cosa pensa della norma che prevede la decadenza del direttore generale alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione?”. “Il commissariamento- dichiara- è una scelta politica rispetto alla quale come responsabile della tecnostruttura non ho titolo per esprimermi. Quanto alla norma che prevede la decadenza del direttore generale alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione penso sia giusto”. “È importante- conclude Vincenzo Caridi- che ci sia un rapporto di piena fiducia tra il consiglio, organo di indirizzo amministrativo e politico, e il direttore generale, tenuto alla gestione della macchina amministrativa. Il ministro del Lavoro e della previdenza sociale, che nomina su proposta del Cda il direttore generale, è il garante di questo rapporto di fiducia”

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it