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Atalanta, scintille Gomez-Gasperini: “Mi aggredì fisicamente”, “No, è stato lui”

Il fantasista accusa il tecnico di averlo aggredito nello spogliatoio e se la prende anche con il club: "Ha preferito i soldi a me". La replica: "Suoi comportamenti inaccettabili"

Pubblicato:18-08-2021 12:40
Ultimo aggiornamento:18-08-2021 12:40

gian piero gasperini papu gomez
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ROMA – “Ho sbagliato su qualcosa, perché in una partita di Champions League contro una squadra danese, il Midtjylland, ho disobbedito al mister in un’indicazione tattica. Mancavano dieci minuti alla fine del primo tempo e lui mi ha chiesto di giocare a destra, mentre io giocavo molto bene a sinistra. E ho detto di no”. Alejandro Gomez, conosciuto soprattutto come il ‘Papu’, è tornato a parlare del burrascoso addio dello scorso gennaio all’Atalanta. Il fantasista argentino, oggi al Siviglia, ha deciso di affidarsi alle colonne del quotidiano di Buenos Aires ‘La Nación’. E ha lanciato accuse molto pesanti al suo ex allenatore.

“GASP MI HA AGGREDITO E NON MI HA MAI CHIESTO SCUSA”

Ero certo che Gasperini si sarebbe arrabbiato. Sapevo già che all’intervallo mi avrebbe fatto fuori – ha raccontato Gomez -, ed è stato così. Ma nello spogliatoio ha oltrepassato il limite e ha cercato di aggredirmi fisicamente“. Nell’intervista il Papu ha proseguito spiegando che “è stato quello il momento in cui ho detto ‘basta’. Si può discutere ma l’aggressione fisica è intollerabile. Ho chiesto di parlare con con il presidente Percassi e gli ho detto che non avrei avuto problemi ad andare avanti. Ho capito di aver sbagliato, che da capitano non mi ero comportato bene e che ero stato un cattivo esempio disobbedendo all’allenatore, ma gli ho anche detto che volevo le scuse di Gasperini“.


Le scuse, però, a detta del Papu non sono mai arrivate. Gomez ha dichiarato ancora che “il giorno dopo c’è stata una riunione ed io mi sono scusato con l’allenatore ed i miei compagni di squadra. E non ho ricevuto scuse dal tecnico. Come dovevo intendere la cosa? Quello che avevo fatto era sbagliato e quello che aveva fatto lui era giusto? È lì che è iniziato tutto. Dopo qualche giorno ho detto al presidente che non volevo continuare a lavorare con Gasperini all’Atalanta. Lui mi ha risposto che non mi avrebbe lasciato andare e quindi è iniziato un braccio di ferro che ho pagato: sono finito fuori rosa e ho finito per allenarmi da solo con le riserve“.


“L’ATALANTA MI HA CHIUSO LE PORTE DEL CALCIO ITALIANO”

Una storia d’amore quella con Bergamo ed i suoi tifosi finita, dunque, nel peggiore dei modi. “Dopo sette anni mi hanno scaricato – riporta’La Nacion’ – dopo tutto quello che ho dato al club. Si sono comportati davvero male. Da allora mi hanno chiuso le porte del calcio italiano: non volevano vendermi a nessuno dei grandi club d’Italia perché dicevano che avrebbero rinforzato una rivale diretta. Arrivavano offerte dall’Arabia e dagli Stati Uniti e volevano mandarmi lì. Grazie a Dio è apparso il Siviglia, perché tutto ciò che volevo era continuare a competere ad alto livello per poter disputare la Coppa America, la mia ossessione”.

“IL CLUB HA PREFERITO I SOLDI A ME”

Gomez ha detto inoltre che a ferirlo maggiormente è stata la società orobica, ritenendo si sia trattato di “una questione economica. Sanno che Gasperini è uno dei migliori allenatori d’Europa, che il suo lavoro aggiunge valore alla rosa e fa vendere giocatori. Era un problema economico. Hanno preferito continuare con lui perché sanno che porta molto denaro al club. Hanno preferito quell’aspetto”. L’argentino ha concluso affermando che “fino ad oggi i tifosi dell’Atalanta non sapevano nulla di questa storia, ora conosceranno la verità, lo meritano come la merito io” ha concluso.

LA REPLICA DEL TECNICO: “I SUOI COMPORTAMENTI ERANO DIVENTATI INACCETTABILI”

Non si è fatta attendere la risposta di Gian Piero Gasperini. Raggiunto dall’edizione online della Gazzetta dello Sport, il tecnico dell’Atalanta ha replicato che “i comportamenti e gli atteggiamenti di Gomez, in campo e fuori, erano diventati inaccettabili per l’allenatore e per i compagni”. L’allenatore 63enne ha anche specificato che “l’aggressione fisica è stata sua, non mia, ma il vero motivo per cui è andato via da Bergamo è per aver gravemente mancato di rispetto ai proprietari del club. Mi auguro che Gomez possa continuare a far parlare di sé con le prestazioni, come faceva all’Atalanta”, ha concluso.

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