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VIDEO | Assenteismo all’Ospedale di Monopoli: 46 indagati

I carabinieri hanno accertato casi di dipendenti che non timbravano il cartellino o che lo timbravano per poi allontanarsi. In altri casi a timbrare per loro erano altre persone

Pubblicato:18-07-2019 11:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:32
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BARI – Sono complessivamente 46 gli indagati nell’inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura di Bari che ha svelato “condotte diffuse e sistematiche di assenteismo” tra le corsie e gli uffici dell’ospedale San Giacomo di Monopoli, in provincia di Bari.

Tra ottobre 2018 e lo scorso gennaio, supportati dai video registrati dalle telecamere di sorveglianza della struttura, i carabinieri hanno accertato casi di dipendenti che non timbravano il cartellino o che lo timbravano per poi allontanarsi dal posto di lavoro e raggiungere il bar o per svolgere faccende personali. In altri casi a timbrare per loro erano altre persone. Le accuse – a vario titolo e in concorso – sono truffa aggravata ai danni dello Stato commessa in violazione dei doveri inerenti un pubblico servizio, false attestazioni e certificazioni sulla propria presenza in servizio commesse da dipendente della pubblica amministrazione, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e peculato.



Ai domiciliari sono finiti primari e aiuto primari Angelamaria Todisco (servizio Immunotrasfusionale), Gianluigi Di Giulio (Radiodiagnostica), Rinaldo Dibello (Gastroenterologia), Egidio Dalena (Otorinolaringoiatria), Girolamo Moretti (Radiodiagnostica), Vincenzo Lopriore (Cardiologia), Sabino Santamato (Ginecologia) e Leonardo Renna (Ginecologia), Antonio Bosio (operatore tecnico della Direzione sanitaria), Anna Pellegrini (assistente amministrativo), Gianluca Sardano (collaboratore amministrativo – professionale) e Giuseppa Meuli (infermiera). Un altro dirigente medico coinvolto nell’inchiesta è all’estero e sta rientrando: è anche lui destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. Altre venti persone (dieci medici, cinque infermiere, tre autisti di ambulanza, un operatore tecnico e un parcheggiatore abusivo) sono state sottoposte all’obbligo di dimora.


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