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Minniti difende il decreto: “Non è di destra, chi lo dice non l’ha letto”

Annuncia anche che introdurrà l’identificativo di reparto per le forze dell’ordine impegnate nell’ordine pubblico

Pubblicato:18-03-2017 12:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:01

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ROMA – “Quindi il decreto sulla sicurezza urbana sarebbe una legge di destra… Straordinario. Forse perché qualcuno non l’ha letto“. Lo dice il ministro dell’Interno Marco Minniti, intervistato dal quotidiano ‘la Repubblica’, che capovolge la prospettiva: “Allora qualcuno mi risponda: è di destra una legge che sottrae la definizione delle politiche della sicurezza nelle nostre città alla competenza esclusiva degli apparati, trasformando la sicurezza in bene comune e chiamando alla sua cogestione i rappresentanti liberamente eletti dal popolo, vale a dire i sindaci? È di destra un decreto che, per la prima volta nella storia repubblicana, risponde a una legittima richiesta di sicurezza con il solo strumento amministrativo, senza aumentare le pene o introdurre nuovi reati? È di destra un provvedimento che è stato scritto a quattro mani con l’Anci, con sindaci italiani che vanno da Zedda a Nardella, da Decaro a Sala?”.

Poi spiega: “La dico semplice: perché una piazza sia sicura la notte, è necessario che sia presidiata da una macchina della polizia, non c’è dubbio. Ma anche che quella piazza sia illuminata e resa agibile da politiche sociali di inclusione, oltre che di decoro urbano. Ecco, il mio decreto sulla sicurezza è questa cosa qui”.

Quanto all’identificativo per le forze dell’ordine, aggiunge: “Rassicuro tutti. Introdurrò l’identificativo di reparto per le forze dell’ordine impegnate nell’ordine pubblico. E non perché di sinistra. Ma perché, banalmente, è giusto e così si fa in altri grandi e importanti Paesi europei”.


“Questa idea che il decreto serva ai sindaci per ripulire i centri storici delle città, confinando i marginali ancora più ai bordi, significa semplicemente non aver letto quel decreto- sottolinea Minniti- Il sindaco non ha nessun potere di disporre il daspo, vale a dire l’allontanamento amministrativo di un soggetto da una determinata area della città, perché quel potere è e resta dei questori. Il sindaco ha solo il potere di segnalare le aree urbane su cui concentrare gli sforzi di controllo del territorio. Inoltre, l’obiettivo di questo strumento non saranno i clochard o chi rovista in un cassonetto della spazzatura, ma, per dirne una, qualche spacciatore seduto davanti a una scuola o una discoteca, o magari un writer cui sarà chiesto di ripulire un bene comune che ha imbrattato”.

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