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Tra i banchi ancora grande differenza tra Nord e Sud Italia

ROMA  - Il dato che emerge con evidenza è ancora una volta la disomogeneità territoriale. La differenze tra

Pubblicato:18-03-2015 13:32
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:12

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ROMA  – Il dato che emerge con evidenza è ancora una volta la disomogeneità territoriale. La differenze tra nord e sud d’Italia sia per quanto riguarda le opportunità che il raggiungimento dei risultati. Questo quanto emerso dalla ricerca ‘Tutti i numeri della scuola – Rapporto sul sistema educativo’,  presentato oggi a Roma. Edito da Giunti Scuola, il volume presenta appunto i dati emersi dalla ricerca condotta da quattro Associazioni professionali (Associazione Italiana Maestri Cattolici, Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti, Legambiente Scuola e Formazione, Proteo Fare Sapere) e dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli studi Roma Tre. Un rapporto che vuole fornire un quadro articolato e chiaro del sistema di istruzione italiano partendo dagli asili nido per arrivare all’istruzione tecnica superiore. Un’indagine voluta perché – hanno spiegato i promotori –  qualsiasi politica sul sistema educativo deve fondarsi su dati completi, chiari e precisi. Oltre ai numeri degli studenti e del personale scolastico vengono analizzate le condizioni di contesto e i risultati ottenuti, attraverso un’analisi regionale che ha permesso di fare una comparazione e capire le diverse condizioni di partenza, gli squilibri e le tendenze in atto. Particolare attenzione viene data all’analisi dei livelli di apprendimento, dei promossi, dei bocciati, come degli abbandoni. Fenomeno preoccupante,  quest’ultimo, nel nostro Paese che ancora perde per strada tanti giovani.
Presenti all’incontro, tra gli altri, il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone, Silvia Costa parlamentare europea, l’ex ministro Luigi Berlinguer, la senatrice Francesca Puglisi e l’assessore alla Scuola di Roma Capitale Paolo Masini.

PUGLISI: BUONA SCUOLA SERVE A RENDERE PAESE UNITO – “Al nostro Paese serve dotarsi di obiettivi di convergenza interna partendo dall’istruzione per costruire un Paese davvero unito, e a questo serve la buona scuola”. Così Francesca Puglisi, senatrice responsabile Scuola del Partito democratico presente all’incontro dedicato al volume ‘Tutti i numeri della scuola’.
E sui tempi dei lavori sul ddl sulla scuola in Parlamento la Puglisi afferma: “E’ un impegno e una sfida che il presidente del Consiglio ha lanciato al Parlamento, ora sta a noi riuscire a confrontarci in modo serio, in tempi rapidi, per far arrivare la buona scuola nelle aule a settembre”.
BERLINGUER: SCUOLA ITALIANA È ANCORA DI CLASSE – “La scuola è di tutti non è di parte, il diploma superiore serve a tutti per lavorare. Nonostante l’accesso all’istruzione sia diventato di massa e sia il fenomeno rivoluzionario più profondo che ha cambiato la società ancora oggi è diffuso il luogo comune ‘se non ce la fai vai a zappare’ perché la scuola italiana è ancora una scuola di classe”. Così Luigi Berlinguer, ex ministro dell’istruzione presente al convegno ‘Tutti i numeri della scuola’.
COSTA: “IMPORTANTE CHE UE INDICHI OBIETTIVI ISTRUZIONE” – “La scelta dei modelli educativi è di competenza dei singoli Paesi, rientra nella sussidiarietà ma per rafforzare infrastrutture e diminuire le differenze l’unione europea individua dei benchmark per la qualità dei sistemi di istruzione e per garantire gli stessi diritti a ciascun cittadino europeo”. Così Silvia Costa, presidente della Commissione Europea Cultura Istruzione Gioventù e Sport in occasione della presentazione del volume ‘Tutti i numeri della scuola’ organizzata nella sala Pietro da Cortona all’interno dei Musei Capitolini. “I temi e i nodi di cui ci dobbiamo occupare sono quelli che emergono anche da questa indagine- prosegue Costa- la dispersione scolastica, i Neet, il diritto allo studio, l’alternanza scuola-lavoro ma anche il potenziamento delle infrastrutture digitali e di laboratorio”.
FARAONE: AUTONOMIA FA RIMA CON FORMAZIONE E VALUTAZIONE – La questione dell’autonomia é sicuramente una doppia lama ma vogliamo costruire le condizioni per supportarla e necessariamente deve essere accoppiata alla formazione e alla valutazione. Ci sono rischi e pericoli ma è proprio qui che sta la differenza culturale del ddl La Buona Scuola che pensa al dirigente scolastico come a un sindaco e non come un manager, come in una riforma precedente. Vogliamo un’istituzione scolastica che possa giocare in serie A e stiamo costruendo le condizioni affinché ciò sia possibile”. Così Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione durante il convegno dedicato alla presentazione del volume ‘Tutti i numeri della scuola’ in corso a Roma.

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