ROMA – Dai colleghi di ‘Dire Brasile’ arrivano notizie interessanti. A volte inquietanti. Come quella su una “lettera di intenti” firmata dal presidente Jair Bolsonaro che prefigurerebbe il via libera ad acquisti di vaccini da parte di imprese private; che potrebbero importare e distribuire, cominciando dai propri dipendenti, con il solo impegno di riservare metà delle dosi al sistema sanitario nazionale.
La lettera ha suscitato le proteste di chi teme che interessi privati compromettano ordini di priorità e tutele per le categorie più a rischio. La polemica richiama altre notizie in rete da giorni. Riguardano il “turismo del vaccino” alimentato da operatori come Zenith Holidays, di Calcutta, o Knightsbridge Circle, di Londra. Con le punture fanno affari: per qualche decina di migliaia di euro vendono pacchetti viaggio con jet privati e ville con piscine per rilassarsi tra la prima dose e il richiamo. Dall’India a Dubai l’offerta funziona così: si vaccina chi ha più soldi.
Ma poi perché prendersela con il business se i governi si comportano allo stesso modo? Quelli dei Paesi ricchi, dove vive il 14 per cento della popolazione mondiale, hanno già messo le mani sulla maggior parte dei vaccini di Moderna e Pfizer-BioNTech. Le norme sulla proprietà intellettuale garantiscono ai colossi farmaceutici il monopolio della produzione e tengono i prezzi alti. Chi può pagare compra, gli altri sono tagliati fuori. Un’altra cattiva notizia, anticipata già a novembre dall’economista indiana Jayati Ghosh con due parole: “Vaccine Apartheid”.
Foto: Fonte Oms
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