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Sant’Antonio abate, ecco perché il 17 gennaio si benedicono gli animali

Mucche, asini, pecore, capre, galline e conigli, maiali: ogni anno in piazza San Pietro la tradizionale benedizione

Pubblicato:17-01-2024 11:16
Ultimo aggiornamento:17-01-2024 11:19
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SANT'ANTONIO ABATE BENEDIZIONE ANIMALI
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ROMA – Torna anche quest’anno la festa degli amici a quattro zampe. Cani e gatti, ma anche mucche, asini, pecore, maiali, capre, cavalli, galline, conigli. Il 17 gennaio, in occasione di Sant’Antonio abate, il patrono degli animali domestici, ogni animale può ricevere la benedizione. In migliaia si sono radunati in piazza San Pietro a Roma per la consueta iniziativa dell’Associazione italiana Allevatori (Aia) e della Coldiretti. Oltre ai più comuni animali domestici, per la tradizionale benedizione anche gli animali della fattoria che popolano le campagne nazionali: mucche, asini, pecore, capre, galline e conigli, dalla mucca Marchigiana alla Pecora Sopravvissana, dalla capra Girgentana al Cavallo Tolfetano fino all’asino dell’Amiata.

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SANT’ANTONIO ABATE, IL PATRONO DEGLI ANIMALI

Spesso raffigurato accanto ad un maiale, Sant’Antonio Abate è considerato il patrono degli animali. Per questo il 17 gennaio, giorno della sua morte, la Chiesa benedice gli animali domestici e di stalla. Oltre all’evento in piazza San Pietro, sono tantissime le parrocchie in tutta Italia prese ‘d’assalto’ per la consueta benedizione.


In realtà, la tradizione di benedire gli animali ha origini tedesche: nel Medioevo era, infatti, usanza che ogni villaggio donasse un maiale agli ospedali dove prestavano servizio i monaci di Sant’Antonio. Dai suini ricavavano carne e medicazioni, aiutando la guarigione dei degenti. Così, i maiali assunsero un valore quasi sacro per gli Antoniani: se qualcuno li avesse rubati sarebbe andato incontro alla punizione di Sant’Antonio.

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