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Torre Garisenda, il tempo è scaduto nel 2021, rischio crollo all’1,5%: arrivano barriere di protezione

La torre Garisenda va subito messa in sicurezza con una cintura di alte barriere. Il tempo di vita, però, era già scaduto nel 2021: ecco cosa c'è dentro la relazione che il comitato tecnico scientifico ha consegnato al sindaco di Bologna

Pubblicato:16-11-2023 18:47
Ultimo aggiornamento:16-11-2023 18:47
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BOLOGNA – Il Comune di Bologna “ha adottato un piano di protezione civile” per la torre Garisenda, “che contempla tra i vari scenari anche la possibilità di crollo improvviso ed imprevedibile. La definizione e gestione di tale piano esula dai compiti del comitato tecnico scientifico”. Così ha risposto il comitato dei tecnici sulla torre Garisenda ad uno dei tre quesiti posti dal sindaco Matteo Lepore il 23 ottobre scorso, quello sul da farsi per il consolidamento della torre. Evidentemente per il comitato quel punto è stato superato. “Una volta definito il piano di protezione civile- suggeriscono i tecnici- è opportuno che il Comune di Bologna affidi con urgenza ad una specifica ditta specializzata la messa in sicurezza della torre e delle aree circostanti, nei riguardi dei possibili meccanismi di collasso conseguenti al progressivo schiacciamento del basamento della torre”.

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“LA TORRE POTREBBE CROLLARE IN QUALSIASI DIREZIONE”

“Siccome tale schiacciamento non si sta verificando in modo uniforme sull’intera sezione di base- recita ancora la relazione tecnica- nella malaugurata eventualità di un crollo non si può escludere che dopo una prima fase di implosione, aumentando l’eccentricità, la parte superiore della torre possa ribaltarsi su di un lato secondo lo strapiombo ‘storico’ (ovvero verso la chiesa di San Bartolomeo)”. Tuttavia, le deformazioni “stanno aumentando con maggiore velocità nell’angolo sud-ovest, in direzione diversa rispetto a quella secondo cui la torre pende storicamente: ciò porta a dovere necessariamente prendere in considerazione anche un crollo in direzioni differenti rispetto a quella dello strapiombo ‘storico’ (e quindi potenzialmente in qualsiasi direzione, ivi ricompresa verso la torre Asinelli), così come anche un crollo prevalentemente verticale”.


LA CINTURA DI BARRIERE

Il comitato suggerisce allora intanto la “posa in opera di barriere di protezione, intervento che deve essere realizzato in tempi brevissimi: queste barriere devono essere posizionate in modo da massimizzare l’area nella quale le macerie possono accumularsi in caso di crollo, in modo da contenerle anche nell’eventualità che il crollo dovesse avvenire con una componente di ribaltamento; tali barriere dovranno avere un’altezza sufficiente a contenere il volume delle macerie, che ci si attende maggiore rispetto al volume della muratura della torre, a causa dei vuoti che resteranno nelle macerie”.
Raccomandata, poi, la “realizzazione di interventi provvisionali, da effettuare nei tempi più rapidi possibili, con la funzione non solo di confinare l’eventuale crollo ma anche, in una fase successiva, di consentire interventi di consolidamento e restauro, contemplando anche la possibilità di sgravare in parte il carico sul basamento”.

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NELLA RELAZIONE C’È LA STORIA DELLA TORRE E DEL RISCHIO

Il documento di 27 cartelle consegnato ieri al primo cittadino ripercorre la cronistoria degli ultimi anni di indagini e accertamenti sulle condizioni della torre e del loro rapido aggravarsi. Nel dicembre 2019 il primo comitato sulla Garisenda si richiama al “principio di massima precauzione” chiedendo la “predisposizione e implementazione di un piano di emergenza e sicurezza”. La primavera successiva, nel 2020, i professori Trombetti e Di Tommaso consegnano una relazione sulla ‘valutazione ingegneristica dell’area interessata dal possibile crollo e valutazione ingegneristica delle probabilità di collasso della torre’, nella quale evidenziano, oltre alle aree coinvolte dal potenziale crollo (che possono raggiungere sia la chiesa di San Bartolomeo che la Torre degli Asinelli), valori di probabilità di collasso inaccettabilmente elevate (circa 10.000 volte superiori a quanto tipicamente consentito dalle norme)”.

IL TEMPO DI VITA DELLA TORRE SCADUTO NEL 2021

Il comitato ristretto chiedeva allora un “intervento di prevenzione, stante l’incertezza sul livello di sicurezza, rispetto a fatti anomali quali degrado e sisma, che, pur nella sua relatività, eviti l’approssimarsi della perdita del bene e di vite umane”. Nell’agosto 2021 ecco l’aggiornamento della loro valutazione sul possibile crollo. Stimando il “tempo necessario per raggiungere la rottura del conglomerato”, si osserva come il “tempo residuo di vita della torre (così come calcolato con riferimento ai dati disponibili sia in letteratura che dalle prove sperimentali condotte) fosse già scaduto al 2021“, si legge ancora nella relazione dei tecnici. Inoltre “viene confermata la stima della probabilità di collasso all’1,5% (da ritenersi non accettabile e per cui deve essere intrapresa un’azione immediata per ridurre il pericolo)”.

Nei mesi successivi la situazione non è migliorata, anzi. In particolare viene rilevato come le “micro-fessurazioni verticali dei laterizi posti immediatamente al di sopra della base in selenite già rilevate nel 2020 in corrispondenza del solo lato sud dello spigolo sud ovest della torre, si siano ora ampiamente diffuse anche nei lati est e ovest”. Queste fessurazioni vengono identificate da Luigia Binda, consulente tecnico della Procura di Pavia sulle cause del crollo della torre civica avvenuto nel 1989, “come segno indicatore dei fenomeni di creep sotto carico statico che hanno causato il crollo della torre civica di Pavia”.

PER IL COMITATO ORA LA SITUAZIONE È DI MASSIMA ALLERTA

Quindi, conclude il comitato, il sistema di monitoraggio “ha evidenziato come la situazione complessiva si sia purtroppo sensibilmente aggravata, con risvolti preoccupanti sul piano della stabilità generale della torre”. Questa “imprevista ed accelerata tendenza ha suggerito al Cts di sospendere immediatamente ogni altra attività in corso (in particolare di consolidamento) e di portare l’attenzione in condizioni di massima allerta, ritenendo che non sussistano più le condizioni di sicurezza per operare sulla e nei pressi della torre, se non nell’ambito di un piano di protezione civile”.

GIÀ PARTITE LE PRIME ATTIVITÀ INTORNO ALLA TORRE, A DICEMBRE CINTURA DI PROTEZIONE

In queste ore, attorno alla Garisenda di Bologna, sono partiti gli interventi per rimuovere i cavi aerei, il ponteggio già esistente e avviare il cantieramento per la deviazione di tutti i sottoservizi: ovvero le attività propedeutiche alla messa in sicurezza della torre e poi al suo restauro. Lo segnala in conferenza stampa il sindaco Matteo Lepore.
Dalla prossima settimana cominceranno a prendere posizione gli operai specializzati e poi dai primi giorni di dicembre “inizierà l’allestimento della cintura di protezione. Sarà un intervento particolarmente invasivo, è il motivo per cui abbiamo deciso di chiudere via San Vitale- prosegue Lepore- perchè la cintura probabilmente arriverà vicino alle transenne come collocazione, quindi sarà in mezzo alla strada”. La cintura sarà “alta diversi metri e avrà una forma differente a seconda del perimetro”, continua Lepore, spiegando che tra una decina di giorni al massimo il Comune sarà in grado di presentare pubblicamente il progetto della ditta Fagioli. “Stiamo facendo di tutto perchè entro l’inizio del 2024 la cintura sia completata e tutto il sistema di allerta sia rinnovato e adeguato alla nuova fase. Si passerà poi- guarda avanti Lepore- alla realizzazione del cilindro, con un nuovo affidamento e ulteriori risorse. Noi ci siamo dati l’obiettivo di realizzare in sei mesi, ma sarà una corsa contro il tempo, questa opera che dovrà contenere totalmente la torre”. Per quanto riguarda le risorse, oltre ai 4,7 milioni già stanziati dal Comune ci sono i cinque messi a disposizione dal Governo, ma si tratta di “capire nella burocrazia del Pnrr cosa possono finanziare e cosa no”, avverte Lepore, ricordando che altri fondi arriveranno dalla Regione Emilia-Romagna e dai privati tramite l’Art bonus.
(DIRE) Bologna, 16 nov. – Nel frattempo, la task force istituita dal sindaco continuerà a lavorare “perchè è questa che ha il compito di portare avanti la messa in sicurezza”, spiega il sindaco, così come il Centro operativo comunale continuerà a riunirsi ogni venerdì per la valutazione di tutti i dati e gestire il Piano di protezione civile.
La Polizia locale e il personale della Protezione civile hanno intanto completato un primo giro nella zona per censire residenti, bnb e attività. Nei prossimi giorni sarà effettuato un secondo giro nei civici che non hanno aperto la porta al primo.

LEPORE: “BUS NON STRESSANO GARISENDA, NUOVI DATI CONFERMANO”

I nuovi sensori acustici installati da alcune settimane sulla Garisenda consegnano una “situazione stabile” della torre, riferisce in conferenza stampa il sindaco Matteo Lepore, aggiungendo che intanto i dispositivi “non hanno mostrato particolari problemi neanche nei due episodi sismici che si sono registrati”.
Ma non solo: “Da quando non passano più i bus in via San Vitale, i sensori non hanno rilevato alcuna alterazione nei movimenti della torre– riferisce il sindaco- nel senso che la torre si comporta adesso senza i bus allo stesso modo di come faceva prima”. In altre parole, “in questo mese si è confermato che il passaggio dei bus non sollecita la torre: più o meno le stesse cose dette negli anni del commissario Annamaria Cancellieri, quando gli studi commissionati dimostrarono che il vento forte interagisce con la torre in maniera più significativa del passaggio dei bus”.

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