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Restaurato Cristo pantocratore a Motta San Giovanni in Calabria

La presentazione dei lavori in occasione della Giornata nazionale del paesaggio

Pubblicato:16-03-2022 20:57
Ultimo aggiornamento:17-03-2022 11:05
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REGGIO CALABRIA – “Quanto fatto a Motta San Giovanni è straordinario. La concreta sinergia tra l’Amministrazione comunale, la Soprintendenza e l’Università della Calabria ha permesso di raggiungere risultati insperati creando un modello di collaborazione che andrebbe replicato su tutto il territorio calabrese”. Così il soprintendente ai Beni archeologici Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, Fabrizio Sudano, in visita a Motta San Giovanni in occasione della Giornata nazionale del paesaggio e della presentazione dei lavori di restauro eseguiti sul Cristo pantocratore.

“Siamo contenti – ha dichiarato invece il sindaco di Motta San Giovanni, Giovanni Verduci – di restituire alla nostra comunità, agli studiosi, agli addetti ai lavori e ai tantissimi curiosi e appassionati che ogni anno visitano il Castello di Santo Niceto, un sito culturale riqualificato a conclusione di un intervento di recupero e messa in sicurezza. Un obiettivo raggiunto grazie all’ottimo lavoro di squadra, alla perseveranza dell’assessora Enza Mallamaci, alla collaborazione della funzionaria restauratrice Maria Cristina Schiavone e del funzionario archeologo Andrea Gennaro, alla competenza dei professori del Dipartimento DIBEST dell’Unical, Mauro Francesco La Russa e Anna Arcudi, alla sensibilità del progettista Luigi Giuseppe Massara e all’entusiasmo delle giovani restauratrici, in particolare di Giorgia Salatino”.

“Per Motta San Giovanni è una giornata emozionante e storica – ha esordito l’assessora comunale ai Beni culturali, Enza Mallamaci – i lavori di restauro e messa in sicurezza del Cristo pantocratore rappresentano un intervento importante”. La storia del Cristo pantocratore della Chiesa di Santa Maria dell’Annunziata è stata ricordata dagli studiosi Assunta Ambrogio e Saverio Verduci.


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