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Al via a Roma ‘Brain at work’, Arsial in prima linea VIDEO

Rosati: "Il nostro assillo, come Regione Lazio, è il lavoro per le future generazioni"

Pubblicato:16-03-2017 15:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:01

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ROMA – Workshop, costruzione di un curriculum, career coaching (consigli per la carriera), ma anche presentazioni aziendali e convegni tematici. È questa la XVIII edizione di ‘Brain at work Roma edition’, il career day ospitato al centro congressi Frentani il 16 e il 17 marzo.

Uno dei più attesi appuntamenti italiani di recruiting (reclutamento), talent acquisition (individuazione di un ‘talento’) and employer branding (promozione di un marchio) che permette ai partecipanti di incontrare i responsabili delle risorse umane delle principali aziende nazionali ed estere per consegnare loro il proprio curriculum. Le presentazioni aziendali e le attività di orientamento al lavoro fanno da cornice all’ampia area espositiva animata dagli stand aziendali delle imprese partecipanti, in cui si susseguono colloqui individuali con i responsabili delle Risorse umane per conoscere le opportunità più in linea con il proprio profilo.

“Siamo arrivati alle diciottesima edizione di un evento nato all’interno dell’università per mettere in contatto gli studenti laureati con il mondo del lavoro- ha raccontato, all’agenzia DIRE, Pierpaolo Vicinanzo, responsabile Brain at work- Adesso questo evento si è trasformato in un vero e proprio festival in cui le più grandi multinazionali e le eccellenze agroalimentari incontrano laureati e laureandi. Qui ci sono tantissime opportunità di lavoro, si passa dal responsabile marketing al responsabile comunicazione fino ad arrivare al chimico farmaceutico. Continuiamo a lavorare sempre con l’ottica di creare il più alto numero di opportunità di contatto fra chi offre un posto di lavoro e chi lo cerca”.


La giornata è stata inaugurata da un convegno di taglio economico-politico dal titolo ‘Le eccellenze agroalimentari del Lazio: prospettive e opportunità occupazionali’ che, in collaborazione con Arsial, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio, e prendendo spunto da riflessioni inerenti il futuro della Politica agricola comune (Pac) dopo il 2020, si è focalizzato sul rapporto giovani laureati o laureandi e mondo dell’agricoltura.

L’amministratore unico di Arsial, Antonio Rosati, ha voluto sottolineare i motivi della presenza dell’Agenzia al career day: “Crediamo nella possibilità di incontro fra giovani che cercano lavoro e aziende agroalimentari produttrici o aziende che trasformano i prodotti agricoli. Il nostro assillo, come Regione, è il lavoro per le future generazioni, ed è proprio per questo che siamo qui”.

Al convegno i ragazzi hanno potuto ascoltare alcune storie di successo e di eccellenza del Lazio: il ‘Chinottissimo’ di Simone Neri della Pneri srl, e poi Valentina Pontetti, direttore marketing Ferrari Farm società agricola srl, che ha evidenziato l’importanza di essere nel circuito Arsial: ”Noi siamo figlie di Arsial- ha detto- è fondamentale per un’azienda come la nostra essere sotto l’ala protettiva di un’agenzia regionale come l’Arsial, perché non solo ha deciso di investire nella nostra azienda ma anche perchè ci ha selezionato come un’eccellenza agroalimentare della nostra regione. Possiamo partecipare a fiere, abbiamo possibilità maggiori rispetto a quando andavamo da soli, anche solo a livello economico, ma anche di comunicazione, non avevamo le competenze e la forza per poter affrontare un percorso del genere”.

 In fondo per fare impresa e impresa d’eccellenza basta un’idea semplice, che guardi al futuro con le radici ben salde alla tradizione, un po’ come ciò che ha fatto Stefano Callegari, ideatore di Trapizzino: “E’ un semplice triangolo di pizza bianca farcito con tutte le ricette della cucina romana”. Un’idea che ha avuto un successo mondiale, non è un caso che abbia aperto un Trapizzino anche a New York: ”Stiamo cercando cuochi e ragazzi che possano stare dietro al bancone, ma deve essere qualcuno che sappia raccontare la romanità”.

Il settore agroalimentare è uno dei più rilevanti comparti produttivi che guidano il sistema economico laziale, un settore che assume una valenza ‘trasversale‘ tra l’industria e l’agricoltura, caratterizzato da una fitta rete di micro imprese agricole fortemente integrate sul territorio, alcune posizionate su segmenti di mercato di nicchia e con produzioni di altissima qualità. Inutile sottolineare quanto questo orientamento positivo sia importante per l’economia e, di conseguenza, per il mercato del lavoro, e parallelamente allo sviluppo del settore bio si è assistito anche alla nascita di nuove figure professionali e tecniche che operano nel food.

Prendendo spunto da riflessioni inerenti il futuro della Politica agricola comune dopo il 2020, l’obiettivo che i lavori si pongono è quello di focalizzare l’impatto che le misure messe a punto nell’attuale Pac hanno sui giovani under 35, fra i quali si assiste ad un desiderio di ritorno all’agricoltura. L’idea è quella di un ricambio generazionale che costituisca un’occasione per aumentare la remuneratività e la competitività del settore, attraverso la nascita di nuove imprese agricole e l’insediamento di ‘nuovi’ agricoltori.

“D’altronde era impensabile un ritorno all’agricoltura di un tempo perché, soprattutto i giovani, hanno un’idea di agricoltura del nonno che si spezza la schiena nel campo, in parte limitato a livello di competenze e conoscenze. In realtà l’agricoltura di oggi non è affatto così– ha ricordato Pontetti- l’abbiamo visto noi per esempio con un impianto di coltivazione idroponica: in fondo non facciamo alcun tipo di operazione che possa essere ricondotta all’agricoltura tradizionale”.

ROSATI: AGRICOLTURA E’ SETTORE DOVE GIOVANI POSSONO REALIZZARSI


“Noi ci siamo perché crediamo molto nella possibilità dell’incontro tra giovani che cercano lavoro e aziende agroalimentari produttrici o aziende che trasformano i prodotti agricoli. Noi abbiamo un assillo, come Regione, il lavoro per le future generazioni, e per questo siamo qui”. Queste le parole di Antonio Rosati, amministratore unico di Arsial, durante il convegno ‘Le eccellenze agroalimentari del Lazio: prospettive ed opportunità occupazionali’, che ha aperto la XVIII edizione di ‘Brain at work Roma edition’.

“Abbiamo sentito storie di aziende di successo- ha continuato- che sono partite da un’idea, da un’intuizione, che ha messo insieme produzione di alta qualità e attenzione alla salute. Abbiamo cercato di coniugare un’idea, che io chiamo cooperare per competere, cioè mettere insieme queste piccole e/o medie aziende – dove noi possiamo essere il fattore aggregativo – e portarle in giro per il mondo, facendo loro risparmiare dei costi molto alti. Un’altra idea è quella che io chiamo l’economia della bellezza, intorno al triangolo cibo-agricoltura, turismo e cultura, perché l’Italia ha il più grande patrimonio artistico e culturale del mondo. Però abbiamo un difetto: non facciamo mai sistema, ed è ciò che vuol fare l’Arsial”. “La novità di questi anni è che l’agricoltura non è più guardata come una Cenerentola, come un lavoro di ripiego o di scarsa soddisfazione sia economica che sociale. Oggi tra i ragazzi, tra i giovani, fare agricoltura significa anche un modo molto cool, molto elegante e smart di essere nella società. Realizza se stessi, realizza un sentimento e questo è molto importante, secondo oggi il cibo e l’agroindustria tirano e i ragazzi che sono qui, e sono tantissimi, hanno capito che possono trovare un impiego e non dimentichiamo mai- ha concluso Rosati- che la vera grande realizzazione, la libertà di se stessi passa attraverso il lavoro”.

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