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Reggio Calabria, salme spostate illegalmente: sequestrato il cimitero di Cittanova

Tra gli indagati agenti della polizia locale, medici asp ed l'ex custode

Pubblicato:15-09-2023 13:35
Ultimo aggiornamento:15-09-2023 13:35
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ROMA – L’operazione di oggi dei carabinieri del gruppo di Gioia Tauro (Reggio Calabria), denominata ‘Aeternum’, relativa alla gestione illecita dei servizi cimiteriali, riguarda il Comune di Cittanova.
Nello specifico sono 16 gli arrestati e oltre 70 gli indagati. I militari dell’Arma hanno posto sotto sequestro anche il cimitero interessato e due imprese funebri. Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 4,5 milioni di euro.

L’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, è stata avviata nel 2018 a seguito di una denuncia presentata ai carabinieri della stazione di Cittanova, quando un cittadino di quel Comune si era accorto che, all’interno del tumulo di un proprio estinto, era stata abusivamente inserita una seconda salma. La successiva attività d’indagine ha così permesso di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla “gestione in esclusiva” degli affari cimiteriali del Comune di Cittanova (Reggio Calabria).

Ad essere ritenuti al vertice dell’associazione quattro degli indagati: l’ex custode del cimitero di Cittanova, oggi in pensione, e tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri. Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, i quattro, tutti sottoposti alla custodia cautelare in carcere, avrebbero creato e gestito un sistema di gestione “parallela” a quello dell’ente locale.
Gli indagati avrebbero proceduto per anni ad estumulazioni non autorizzate, distruggendo o spostando in altri loculi le salme dei defunti, per far posto a nuove sepolture. Tutto questo al fine di accaparrarsi gli introiti del mercato funerario locale.


Ad essere coinvolti insospettabili medici legali dell’Asp di Reggio Calabria che, chiamati a vigilare sulle estumulazioni o ad eseguire visite necroscopiche, erano pronti a sottoscriverne i verbali delle operazioni per come veniva loro dettato dagli appartenenti all’associazione. Dalle indagini è emerso poi l’interessamento di alcuni appartenenti all’associazione per l’accaparramento delle cappelle una volta appartenenti a tre confraternite religiose, disciolte nel 2007.

Con il concorso dell’allora parroco di una chiesa del posto, il quale avrebbe attestato falsamente di essere proprietario delle cappelle gentilizie, in realtà tornate al patrimonio del Comune con lo scioglimento degli enti ecclesiastici, gli indagati avevano avviato lavori di ristrutturazione, procedendo alla soppressione di oltre un migliaio di salme, per poter ricavare un diretto guadagno dalla vendita dei loculi, pagati anche 3mila euro dai privati cittadini.

Sono coinvolti nelle indagini anche il comandante facente funzione della polizia municipale di Cittanova, all’epoca dei fatti vicecomandante, responsabile del servizio di polizia mortuaria, e due vigili, uno ancora in servizio al comando locale e un altro nel frattempo diventato funzionario della polizia municipale di un comune del milanese.

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