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‘Chevalier’, Kelvin Harrison Jr.: “Se fosse vivo sarebbe un’icona come Lenny Kravitz”

Una storia vera mai raccontata. Il film è ispirato all’incredibile storia del compositore Joseph Bologne, Chevalier de Saint-Georges. L'intervista ai protagonisti

Pubblicato:15-06-2023 20:27
Ultimo aggiornamento:15-06-2023 22:43

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ROMA – Una storia vera mai raccontata.

‘Chevalier’, diretto da Stephen Williams e ispirato all’incredibile storia del compositore Joseph Bologne, Chevalier de Saint-Georges ha una data di uscita italiana ma con un cambio di rotta. Il film Searchlight Pictures non debutterà al cinema ma il 16 giugno in esclusiva su Disney+.

Joseph Bologne era soprannominato ‘Mozart Black’. Come se la società volesse trovare un modo per elevarlo accostandolo a un artista bianco. “Penso che spesso siamo paragonati a un artista bianco. È come se quello fosse sempre il modello, lo standard“, ha detto Kelvin Harrison Jr., interprete di Joseph Bologne, ai microfoni dell’agenzia Dire. Il vero segreto “è che Mozart ha rubato dei versi a Joseph e alla sua musica. Penso che – ha proseguito – si debba smetterla con questa storia del ‘chi è più bravo e chi no?’. Si tratta di espressione. Si tratta di chi si offre al proprio lavoro, di chi è innovativo, di chi sfida lo status quo. Quando questa narrazione cambierà, quando inizieremo a praticare una vera uguaglianza, allora credo che non lo chiameremo più il ‘Mozart nero‘”.


Se oggi Bologne fosse vivo “sarebbe un’icona come Prince o Jimi Hendrix. Ma anche un po’ Lenny Kravitz perché trova ispirazione nel suo corpo, nella sua sessualità, nella sua arte e nel suo trovare ispirazione ovunque”, ha raccontato il protagonista.

Figlio illegittimo di una schiava africana e del proprietario di una piantagione francese, Bologne (Kelvin Harrison Jr. in un’eccezionale interpretazione) diventa un celebre violinista-compositore e schermidore nella società francese, con una storia d’amore sfortunata e un litigio con Maria Antonietta (Lucy Boynton, nel film ‘Bohemian Rhapsody’ nei panni della fidanzata di Freddy Mercury Mary) e la sua corte. “Su Maria Antonietta sono state dette e scritte tantissime cose. E ci sono tante opinioni su di lei. Spesso per capire bisogna leggere tra le righe”, ha raccontato Boynton. “Sono grata che ci siano così tante informazioni su di lei perché questo ci ricorda che una persona è fatta di tante sfaccettature. In questo film mostriamo un lato inedito della regina. In un cartone Disney lei sarebbe sicuramente la villain“, ha aggiunto.

Razzismo, bigottismo e pregiudizi temi che muovono il film e che permettono di riflettere sul presente. “‘Chevalier’ racconta le atrocità dei nostri giorni ma è ambientato al tempo della regina Maria Antonietta. E penso a quanto sia ironico vedere una donna al potere, e quindi un aspetto così rivoluzionario, in un momento dominato dal razzismo. Ai giorni nostri ci sono tante donne al potere ma c’è ancora tanto da fare”, ha detto Samara Weaving, interprete di Marie-Josephine.

I protagonisti del film indossano dei meravigliosi costumi realizzati da Oliver Garcìa. “Anche se a volte non riuscivamo a respirare bene per quanto erano stretti, ne è valsa la pena indossarli. Entrare in quei costumi è stato fondamentale per capire meglio il personaggio. Mi ha ricordato cosa significava essere una donna a quell’epoca perché non potevi vestirti da sola. Dovevi affidarti a qualcuno per indossare quegli abiti“, ha raccontato Weaving. “Con la prova dei costumi ho acquisito più consapevolezza della moda. Ho capito che le persone – ha raccontato Lucy Boynton – si vestono in base a come vogliono essere percepite o a come vogliono sentirsi, rimanendo fedeli a se stesse. Maria Antonietta amava profondamente la moda. Ogni singolo abito che indossava era stato disegnato appositamente per lei. È stata una delle prime donne ad avere lo stilista. I costumi – ha concluso – mi hanno permesso avere più consapevolezza del personaggio. Ho capito molto su di lei, su come ci si muoveva e si respirava indossando quei vestiti, che influenzano anche l’intonazione della voce”.

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