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Licenziate per mail, il caso di Bologna ‘agita’ 400 negozi

Venerdì la scoperta della chiusura a sorpresa di un punto vendita e lo sciopero. Ora Grandvision fa saltare il tavolo della trattativa nazionale

Pubblicato:15-03-2017 16:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:01

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BOLOGNA – Il licenziamento scoperto per caso da un mail che chiedeva quanti scatoloni servissero per impacchettare il materiale del punto vendita da chiudere diventa una faccenda che adesso ‘agita’ 400 negozi in tutt’Italia. Tanti sono infatti quelli a marchio Grandvision per i quali i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione. La reazione che si è innescata a Bologna, con lo sciopero proclamato dai colleghi delle tre dipendenti dell’ipercoop San Ruffillo dopo la scoperta del licenziamento a sorpresa, non e’ andata giu’ al colosso che vende occhiali e che ha ereditato il marchio Avanzi. Venerdi’ scorso, infatti, dopo lo sciopero, l’azienda ha annullato il tavolo nazionale con i sindacati in agenda per lunedi’ 13 a Roma.

Una mossa “grave ed immotivata”, hanno scritto ieri Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil all’amministratore delegato di Grandvision Luca Sacilotto. Il tavolo, dicono “e’ stato buttato letteralmente all’aria dalla vostra decisione, che ci dite e’ una reazione alle azioni di lotta messe in atto a Bologna contro la chiusura di un punto vendita e, soprattutto, contro il licenziamento dei lavoratori li’ occupati”. Fatto sta che ieri le federazioni nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno dichiarato lo stato d’agitazione e chiesto entro le prossime due settimane un nuovo incontro. Non venisse accordato “si riservano di assumere ulteriori concrete iniziative”.

In attesa di risposte “esprimiamo tutta la nostra solidarieta’ ai lavoratori di Bologna, vogliamo sottolineare che proprio il tavolo nazionale sarebbe stato utile per definire metodi e regole con cui dialogare ed affrontare preventivamente tutti i problemi che, volta a volta, si dovessero presentare”, dicono Filcams, Fisascat e Uiltucs. La riunione di lunedi’ aveva due punti all’ordine del giorno: un aggiornamento sull’andamento aziendale, sia dal punto di vista produttivo che occupazionale, anche alla luce della riorganizzazione dello scorso anno (la fusione di Randazzo con la chiusura della sede di Palermo e l’accentramento amministrativo a Bologna); la definizione di relazioni sindacali specifiche per
GrandVision a livello nazionale e territoriale.


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