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Congo, gli ingegneri di Proger: “Energia e acqua per i villaggi”

https://www.youtube.com/watch?v=Zd1nVmA30Ak&feature=youtu.be ROMA - Pannelli solari per produrre energia, pompe per estrarre acqua dalle falde sotterranee, scommettendo poi sull'agricoltura, con il goccia

Pubblicato:15-02-2019 17:04
Ultimo aggiornamento:15-02-2019 17:04
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ROMA – Pannelli solari per produrre energia, pompe per estrarre acqua dalle falde sotterranee, scommettendo poi sull’agricoltura, con il goccia e goccia e sistemi di irrigazione all’avanguardia. È lo schema di ‘Aware’, iniziativa che l’italiana Proger sta promuovendo nella Repubblica del Congo. Dell’intervento, al via in queste settimane, riferisce all’agenzia ‘Dire’ l’amministratore delegato Marco Lombardi.
“Abbiamo iniziato a individuare villaggi nell’area di Pointe-Noire” sottolinea il manager: “Calcoliamo che con un investimento di mezzo milione di euro e’ possibile dare dignita’ e lavoro a mille persone”.

La speranza e’ cominciare a realizzare le opere quest’anno per essere poi a regime nel 2020, con la produzione e i corsi di formazione per l’impiego e la manutenzione degli impianti.


“Useremo l’energia del sole attraverso pannelli fotovoltaici, che a loro volta alimenteranno pompe idrauliche in grado di pescare a dieci o 15 metri di profondita’” dice Lombardi. Convinto che in prospettiva l’obiettivo sia ribaltare il “paradosso” per il quale Paesi esportatori di idrocarburi come il Congo siano costretti a dipendere dall’estero per il loro fabbisogno interno. “L’Agenzia internazionale dell’energia stima che oggi un miliardo e cento milioni di persone non hanno accesso all’elettricita’” sottolinea l’amministratore delegato: “Di queste ben 650 milioni vivono in Africa”.

Una situazione sulla quale interrogarsi anche alla luce della grande disponibilita’ di rinnovabili a sud del Sahara, a partire dal solare. Secondo Lombardi, l’altro tema e’ l’acqua, “che gia’ oggi comincia a scarseggiare e che sara’ il petrolio del futuro”.
Secondo la Banca mondiale, nonostante tuttora milioni di africani non abbiano accesso a fonti di acqua pulita, entro il 2030 il continente potrebbe fornire il 10 per cento della produzione agroalimentare globale.

Una prospettiva sulla quale Proger, con i suoi 60 anni di esperienza, in oltre 15 Paesi del mondo, sta lavorando in piu’ contesti dell’area subsahariana. La societa’ e’ classificata dagli specialisti di ‘Engeneering News-Record’ tra le prime cento di ingegneria a livello internazionale. ‘Aware’, il nome del nuovo progetto, sta per ‘Adaptable Water Access & Renewable Energy’. “Siamo ingegneri non tradizionali” sottolinea Lombardi: “Con l’Eni e le ‘oil companies’ siamo anche in Mozambico o in Angola, senza dimenticarci dei villaggi, provando anzi a portare idee e dare piccole risposte”.

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