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Facebook, in Parlamento l’allarme esuberi: a Milano sarebbero 22 su 130

Il dem Fossi al ministro Calderoni: "Quali ripercussioni in Italia?". Nel capoluogo lombardo sindacati sul piede di guerra

Pubblicato:14-11-2022 13:18
Ultimo aggiornamento:14-11-2022 13:18

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“La scelta dei vertici di Facebook di procedere al licenziamento di migliaia di dipendenti è una falce terribile sul mondo del lavoro. Dobbiamo capire adesso se ci sono e in che misura delle ripercussioni anche sui dipendenti della società in Italia”. A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della Commissione Lavoro, che annuncia un’interrogazione parlamentare al ministero del Lavoro Marina Calderone in merito alle possibili ricadute italiane del piano di licenziamenti deciso da Mark Zuckerberg.

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EMILIANO FOSSI


Per ora sono 22 i licenziamenti previsti nella sede italiana di Facebook a Milano, che ospita in tutto 130 dipendenti. A denunciarlo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. “Nei prossimi giorni incontreremo la dirigenza aziendale chiedendo il ritiro dei provvedimenti e, se le nostre richieste non troveranno risposta- sottolineano- valuteremo tutte le azioni utili da mettere in campo nel tentativo di ridurre al minimo le ricadute sulle persone coinvolte”.

A RISCHIO IL 17% DELLA FORZA LAVORO DELLA SEDE MILANESE

Le sigle spiegano come i tagli previsti rappresentino il 17% della forza lavoro nella sede della società di Zuckerberg, in rotta di collisione anche con l’Unione europea. L’azienda ha fatto sapere che il numero di 22 dipendenti è relativo al massimo delle persone potenzialmente da coinvolgere nei tagli. Ma le sigle non si fidano: “Questa ennesima crisi mostra la fragilità del modello economico che sottende a tali piattaforme digitali”, e “non è quindi accettabile che i costi o i mancati profitti pesino solamente sulle spalle di lavoratrici e lavoratori”.


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