NEWS:

Funerali Berlusconi, l’arcivescovo di Milano: “Fu di parte perché così è la politica”

Monsignor Mario Delpini: "Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Si arrischia in imprese spericolate".

Pubblicato:14-06-2023 17:09
Ultimo aggiornamento:14-06-2023 19:20

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

MILANO – “Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta. Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà”. Così l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, nella sua omelia pronunciata oggi per le esequie di Silvio Berlusconi, in Duomo a Milano. “In questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio”.

Delpini ha descritto così l’uomo d’affari Berlusconi: “quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari”.

LEGGI ANCHE: I funerali di Stato di Silvio Berlusconi al Duomo di Milano


LEGGI ANCHE: Funerali Berlusconi, bandiere del Milan in piazza Duomo e il coro “c’è solo un presidente”

La vita di Berlusconi è stata “vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c’è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti”, ha continuato Delpini. Per l’Arcivescovo di Milano Berlusconi nel desiderare “di essere amato”, ha temuto che “l’amore possa essere solo una concessione, una accondiscendenza, una passione tempestosa e precaria. Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell’amore e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande”. L’uomo che ha espresso “un desiderio di amore, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento”, sarà stato “contento delle imprese che danno soddisfazione”. Sarà stato “contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori”, “delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante”, anche se lo stesso Berlusconi ha sperimentato che “la gioia è precaria” e si sarà sentito “smarrito di fronte all’irrimediabile esaurirsi della gioia”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it