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Questi sono ‘grandi uomini’ solo con la guerra, con loro non ci salveremo

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:14-03-2022 19:07
Ultimo aggiornamento:14-03-2022 19:07

leader g20 roma
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ROMA – Siamo schiacciati, soli alla fine, nel drammatico presente. Di una guerra, l’ultima scoppiata vicino a noi, in Ucraina, decisa dall’autocrate Putin che ha scatenato le sue milizie alla faccia di tutti gli altri ‘grandi uomini’ che reggono il mondo. Un’altra guerra che si aggiunge alle tante di cui ora non si parla più, sopite e mai finite. Solo poche settimane fa, noi gente comune, mai avremmo pensato di ritrovarci a fare i conti con la paura crescente, quasi da resa dei conti. C’eravamo lasciati alle spalle il Covid, anche se continua a colpire forte, pensando che quella guerra di fatto, grazie ai vaccini, l’avevamo vinta, che se anche ora t’ammali ce la fai…

Neanche il tempo di tirare il fiato che son cominciate a piovere bombe. E tutti noi, anche se facciamo finta di niente, cominciamo a sentire gli effetti drammatici di questa guerra sulle nostre vite di ogni giorno. Con la paura di non riuscire più a lavorare perché benzina e gasolio sono diventati oro, perché sugli scaffali dei supermercati cominciano a notarsi dei ‘buchi’, perché si comincia a capire che le ingenti risorse che dovevano rilanciare la nostra economia e creare lavoro finiranno a gestire questi nuovi disastri per assistere e compensare in qualche modo quanti saranno messi in difficoltà. Ci scopriamo piccoli, noi comuni mortali, e così ci rivolgiamo speranzosi ai nostri leader, i ‘grandi uomini’ che devono governarci, che devono, è un loro dovere, pensare al nostro futuro.


Ma è qui che prende lo sconforto, perché basta seguire gli avvenimenti per capire che i nostri ‘grandi’ a tutto sembrano pensare meno che alla sorte di questo nostro pianeta. Per un pochino ci si era concentrati sul cambiamento climatico, dramma che già stiamo vivendo e che nei prossimi anni – sono dati scientifici, non chiacchiere – rischia di decimare la popolazione mondiale, uccisa da inondazioni, siccità e carestie. Tutto messo da parte, oggi si parla solo di spostare immani risorse sugli armamenti, di schieramenti, di alleanze con questo e quello per fottere qualcun altro. Solo per prepararsi alla prossima guerra, oggi con la Russia dello spietato Putin, domani con la Cina.

Uno pensa che tutte le fondazioni, tutti i pensatori che stanno dietro ai nostri leader abbiano un grande disegno per il futuro del Pianeta dal declino inesorabile. Ci dobbiamo arrendere, stando a quanto vediamo tutto questo ‘pensiero’ ben pagato, che si presenta sempre all’ultima moda e commentato dalle migliori star del sistema mediatico, alla fine si regge soltanto sul vecchio adagio: aumentare la competizione, scatenare guerre. Tutti schiacciati in questo presentismo patologico dove non si ragiona più nemmeno sul domani ma su quello che accadrà tra poco. Un modo di fare che viene ostentato a più non posso dai super-ricchi che ormai vogliono tutto subito, a breve termine, consumare le cose migliori della Terra anche se questo comporterà la fame per tanti.

Un pensiero letale che sta già contaminando tanti giovani, che presi dall’euforia sono convinti che tutta la giostra continuerà a girare senza fine. E se andrà male? Beh, Elon Musk ha già pronta la super nave spaziale che ci porterà su un altro pianeta. Poveri illusi. Nell’arca spaziale, se ci sarà, i posti saranno contati e con prezzi irraggiungibili. I nostri generali intanto già parlando di quello che la guerra in Ucraina porterà, il futuro dei nuovi assetti geopolitici. Prepariamoci alle sorprese, a vedere i nemici di ieri come l’autocrate Maduro in Venezuela, che la Cia e gli Stati Uniti hanno cercato in tutti i modi di far fuori, eletto nuovo eroe mondiale, perché grazie al suo petrolio si potrà fare a meno di quello russo.

E noi europei che facciamo? Troppo deboli, sparpagliati nei tanti interessi nazionali, ci stringiam a corte attorno all’alleato di sempre. Che come abbiamo visto pensa ad affrontare il suo declino alzando lo scontro, tanto si gioca sempre in casa altrui. Non possiamo nemmeno volgere lo sguardo e sperare negli uomini di Chiesa. Solo pensare a quello che è riuscito a dire il Patriarca russo per giustificare la guerra di Putin, giusta perché combatte quelli che appoggiano i gay, non fa che accrescere la paura, perché quando Dio è da una parte lo sterminio è sempre dietro l’angolo. Bene ha fatto Papa Francesco a ricordare al guerrafondaio Kirill di Russia che “Dio è solo Dio della pace, non della guerra. E chi appoggia la violenza ne profana il nome”.

Parole sagge, ci saranno orecchie che ascolteranno? Speriamo, anche se ho qualche dubbio considerato che per ‘lor signori’, come diceva il nostro saggio amico Stanislaw Jerzy Lec, “i fiori sulla tomba del nemico hanno sempre un profumo inebriante”.

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