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In Lombardia allarme siccità, a novembre dimezzata la portata del Po

Il mese di novembre ha fatto registrare un calo evidente e non comune di portata del fiume Po: il livello del fiume è almeno un metro e mezzo sotto la media

Pubblicato:13-11-2020 13:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:14
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MILANO – L’assenza di precipitazioni e lo scioglimento delle nevi cadute il mese scorso fanno registrare livelli di risorsa idrica molto bassi del fiume Po: il 50% in meno. Dopo un mese di ottobre caratterizzato da precipitazioni abbondanti, superiori alla media stagionale, soprattutto sui rilievi alpini e appenninici che hanno causato anche una piena ‘morbida’, il mese di novembre ha fatto registrare un calo evidente e non comune di portata del fiume Po. Livelli che secondo gli esperti non dovrebbero subire particolari aumenti visto che, ad eccezione di alcune piogge sparse, anche per i prossimi giorni non si attendono precipitazioni di rilievo e pertanto continuerà la fase di esaurimento dei flussi di risorsa idrica.

“Se noi facciamo un paragone con la stessa data del 2000 la portata dove siamo oggi, a Sacca di Colorno era circa 2.600 metri cubi al secondo, oggi invece siamo circa a 600 mc al secondo, e il livello del fiume è almeno un metro e mezzo sotto alle medie del periodo: in questo momento la portata è rispetto alla media degli anni precedenti circa il 50% in meno”. Lo afferma il segretario generale dell’autorità distrettuale del Fiume Po Meuccio Berselli in un video diffuso dal ministero dell’Ambiente.


Secondo Berselli, in sintesi, “bisogna fermare l’acqua quando piove in modo adeguato per poi poterla distribuire quando c’è bisogno“. Certo, il fenomeno non è comune. “Storicamente il mese di novembre è sempre stato il periodo delle piogge intense e delle possibili alluvioni- sottolinea- anche quelle più gravi, mentre oggi facciamo i conti con portate assolutamente inferiori e non comuni. Nell’attuale contesto di mutamento climatico, ogni mese difficilmente può essere paragonato allo stesso degli anni precedenti”.

Insomma, per Berselli “la stagionalità consolidata nel tempo” viene molto spesso sovvertita “da valori fuori dalle medie consuete sia sotto il profilo delle temperature, che in alcune zone hanno raggiunto 4-6 gradi in più, sia sotto il profilo delle precipitazioni”.

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