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Di Ugo Cataluddi e Alfonso Raimo
ROMA – Forse il segretario del Pd Enrico Letta si è espresso male. Ma quando ieri, nel corso del confronto con Giorgia Meloni al Corriere.it, ha detto che con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli c’è un accordo elettorale, ma non di governo, in tanti sono trasaliti. “Ma come, ci presentiamo insieme alle elezioni, e se vinciamo non governeremo insieme?”, si sono chiesti gli alleati di Sinistra Italiana e Verdi.
Di certo il gioco di alleanze tra partiti non si esaurirà al 25 settembre, ha messo in chiaro Letta, secondo il quale “qualunque forma di dialogo avrà come interlocutori Conte e Calenda“. Un paradosso: Letta non vuole governare con gli alleati di coalizione, mentre apre a quelli – Azione, Italia viva, M5S – che sono a tutti gli effetti degli avversari.
“Ma cos’è questa, la sindrome der puzzone?”, trasaliscono ecologisti e progressisti, che rievocano un termine usato proprio a sinistra per qualificare Silvio Berlusconi. In romanesco, l’espressione indica la persona con cui nessuno vuole avere a che fare. Angelo Bonelli, interpellato sul tema, non nasconde il disappunto. “Sono sincero – ha detto – la dichiarazione di Letta mi è dispiaciuta molto perché stiamo facendo una battaglia comune e voglio ricordare al Pd che se si vincerà dovremo per forza confrontarci perché i numeri sono quelli, a meno che non si voglia guardare a destra. Ma Letta ha detto che a destra non governerà”.
I giornalisti insistono, con un velo di ironia. “Ma se puta caso vi capitasse di vincere, glielo chiedereste a Letta di governare insieme?”. Bonelli è caustico: “Certo che chiederemo di fare un governo insieme. Un ministero? È presto, ma è chiaro che lo chiederemo e forse anche qualcosa in più“, conclude il co-portavoce dei Verdi.
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