Quest’anno il governo utilizzerà quasi tre miliardi e mezzo di euro per tagliare il cuneo fiscale dei lavoratori con redditi medio-bassi, mentre nel 2024 ci saranno quattro miliardi e mezzo per finanziare la riforma del fisco, soprattutto per aiutare le famiglie. Sono queste le risorse in deficit previste dal Def, il documento di economia e finanza, che andranno a sostenere l’economia nei prossimi mesi. Verrà poi rafforzata la spending review dei ministeri, i cui risparmi serviranno anche a coprire i rinnovi contrattuali. Secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è “realistico” puntare a una crescita più forte negli anni a venire. Una piena attuazione del Pnrr può dare una spinta del 3,4% al Pil del 2026.
Il taglio del cuneo fiscale contenuto nel Def è un ulteriore passo per raggiungere l’obiettivo di una riduzione di cinque punti entro la legislatura. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, in occasione di un convegno di Fondimpresa, spiega che con questa misura la riduzione “aumenta di un punto, a favore delle famiglie e dei redditi di lavoro”. Calderone assicura poi che “entro qualche settimana” sarà presentato il decreto di riforma del reddito di cittadinanza, mentre per cambiare la previdenza bisognerà aspettare. Per la ministra “dopo l’estate sarà possibile un primo approccio di riforma” delle pensioni. La Uil boccia le misure economiche del governo. Per il segretario Pierpaolo Bombardieri il taglio del cuneo è “positivo ma insufficiente”, e dal governo “non sono arrivate risposte per il rinnovo dei contratti, la previdenza e il fisco”.
Il partito unico del Terzo Polo molto probabilmente non nascerà. Carlo Calenda accusa Matteo Renzi: “Non riusciremo a farlo perchè Renzi non vuole”. Secondo il leader di Azione, “Renzi vuole tenersi i soldi del due per mille e Italia Viva. Quindi, non si può far nascere, da due partiti, tre partiti, sarebbe ridicolo”. Il gruppo del senatore fiorentino definisce la scelta di Calenda “un autogol”, ma c’è chi, come il renziano Ettore Rosato, crede ancora in una ricomposizione: “Basta scontri- dice- pensiamo al futuro”.
Gli oppositori di Putin che cercano di venire in Italia per sfuggire ad arresti e persecuzioni in Russia, devono fare i conti anche con la burocrazia e con la volontà del governo Meloni di restringere la protezione umanitaria. L’allarme l’ha lanciato il Partito democratico presentando alla Camera una proposta di legge per favorire il dissenso a Mosca. Come ha spiegato la deputata del Pd Lia Quartapelle, “ci sono migliaia di perseguitati dal Cremlino, dissidenti che saranno la Russia di domani, quindi- auspica- è importante che l’Italia si doti degli strumenti amministrativi in grado di accogliere chi ha il coraggio di opporsi”.
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