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VIDEO | Arrestata l’insegnante Laura Bonafede per anni vicina a Matteo Messina Denaro

La donna è stata immortalata dalle telecamere di un supermercato di Campobello di Mazara in un incontro ravvicinato con il padrino di Castelvetrano

Pubblicato:13-04-2023 09:21
Ultimo aggiornamento:14-04-2023 10:18

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(Foto da Youtube La7Attualità)

PALERMO – Arrestata Laura Bonafede, l’insegnante di Campobello di Mazara (Trapani) indagata per i suoi rapporti con il capomafia Matteo Messina Denaro finito in cella il 16 gennaio.
Bonafede, figlia dello storico boss di Campobello di Mazara, Leonardo, è finita sotto procedimento disciplinare da parte dell’Ufficio scolastico regionale, ed è stata arrestata dai carabinieri del Ros su disposizione del tribunale di Palermo e ora si trova in carcere. Il Tribunale ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

La donna, immortalata dalle telecamere di un supermercato di Campobello di Mazara in un incontro ravvicinato con il padrino di Castelvetrano, è accusata di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena: tutti reati aggravati dall’avere agevolato la mafia.


Continua ad aumentare, quindi, il numero di arrestati per avere favorito la latitanza di Messina Denaro. Gli ultimi arresti risalivano al 16 marzo: quel giorno i Ros bussarono alla porta di Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri, indagati in concorso per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, anche in questo caso con l’aggravante di avere agevolato Cosa nostra. La coppia accoglieva normalmente il latitante nella propria abitazione di Campobello di Mazara, come scoperto dai carabinieri analizzando le telecamere di sorveglianza di un negozio.

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Una catena iniziata il 16 gennaio, con l’arresto del boss a Palermo: quel giorno finì agli arresti anche l’autista, Giovanni Luppino, accusato di favoreggiamento a Cosa nostra.
In carcere anche il geometra di Campobello di Mazara Andrea Bonafede, cugino di Laura: è l’uomo che prestò la sua identità al boss e che ora deve rispondere di favoreggiamento alla mafia.
Stesso destino per il medico Alfonso Tumbarello: a quest’ultimo, che prescriveva le ricette con le quali Messina Denaro aveva accesso alle cure del servizio sanitario pubblico, viene contestato il concorso esterno in associazione mafiosa.

Carcere anche per un altro componente della catena di fiancheggiatori di Messina Denaro: si tratta di un altro Andrea Bonafede, cugino del geometra e dell’insegnante, anche lui di Campobello di Mazara, che consegnava le ricette mediche all’allora latitante. In questo caso l’accusa è di favoreggiamento aggravato dall’avere agevolato la mafia.

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Il 3 marzo, infine, fu la volta di Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, indagata per associazione mafiosa. La donna, di 68 anni, è la madre di Lorenza Guttadauro, avvocata scelta in un primo momento dal capomafia di Castelvetrano. Il marito di Rosalia Messina Denaro è Filippo Guttadauro, boss del quartiere palermitano di Brancaccio. In carcere anche il secondo figlio della coppia, Francesco. Rosalia Messina Denaro custodiva i ‘pizzini’ del fratello dai quali emergeva il diario clinico del capomafia, affetto da un tumore. È stato proprio il ritrovamento di uno di questi scritti a indirizzare gli investigatori verso la cattura dell’ultimo grande stragista.

INDAGATA ANCHE LA FIGLIA DELL’INSEGNANTE BONAFEDE

Martina Gentile, figlia dell’insegnante di Campobello di Mazara Laura Bonafede arrestata oggi nell’ambito delle inchiesta sui fiancheggiatori del boss trapanese Matteo Messina Denaro, è indagata a sua volta per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena.
Queste: tutti reati aggravati dall’avere agevolato la mafia. Anche per Gentile, come per la madre, i magistrati Maurizio De Lucia, che guida la Procura di Palermo, l’aggiunto Paolo Guido e il sostituto Gianluca De Leo avevano chiesto l’arresto in carcere ma il gip Alfredo Montalto ha rigettato la richiesta.

PM: “DA BONAFEDE E FIGLIA SUPPORTO LOGISTICO-MORALE”

Laura Bonafede “si è fatta carico della latitanza di quest’ultimo dai tempi in cui la famiglia Bonafede curava anche la latitanza di Francesco Messina Denaro“, padre del capomafia arrestato il 16 gennaio a Palermo. Lo sottolineano i magistrati della Procura di Palermo nella loro richiesta di arresto nei confronti della donna indirizzata al gip del Tribunale, Alfredo Montalto, che nella sua ordinanza di custodia cautelare riporta alcuni stralci del lavoro dei pm palermitani. Le indagini, alle quali hanno partecipato i carabinieri del ROs, hanno fatto emergere come Laura Bonafede e la figlia Martina Gentile, indagata anche lei dalla Dda, “abbiano in numerose occasioni coabitato” con il capomafia durante la sua latitanza “concordando – è la tesi dei pm – l’utilizzo di un codice linguistico riservato e complesso per comunicare fra loro”.

Dalle indagini è emerso che l’insegnante arrestata oggi “ha programmato con l’allora latitante una rigida e sicura organizzazione di fugaci incontri ‘de visu’ (perlomeno da novembre 2022 a gennaio 2023) e di paralleli ‘scambi di posta’, sempre in giorni e orari prefissati dal latitante”. Da Bonafede e dalla figlia, inoltre, sarebbe arrivato “supporto logistico e morale” a Messina Denaro.
Per la Procura di Palermo da parte di Bonafede e della figlia c’era una “totale adesione allo stato di clandestinità di Messina Denaro e alla sua volontà di sottrarsi alle condanne e ai processi”. Una conclusione, quest’ultima, alla quale gli inquirenti sono giunti anche analizzando la corrispondenza tra l’insegnante e Messina Denaro, con quest’ultima che definiva “nemici” le forze dell’ordine.

LAURA BONAFEDE CENTRALE NELLA RETE COPERTURA MESSINA DENARO

Laura Bonafede “ha svolto un ruolo sicuramente centrale nella rete di relazioni che ha fornito la copertura al latitante a Campobello di Mazara, quasi facendosi carico del ruolo storicamente svolto dal padre“, il boss defunto Leonardo Bonafede, quando quest’ultimo non poteva assolvere al compito perché in carcere. Lo sottolinea il gip del tribunale di Palermo, Alfredo Montalto, nell’ordinanza con la quale dispone l’arresto della donna.
Da parte di Laura Bonafede, già sospesa dall’Ufficio scolastico regionale, ci sarebbe stata una “piena condivisione della storia criminale di Messina Denaro”: una condivisione che emergerebbe anche “dall’educazione impartita alla figlia“, Martina Gentile, indagata. Quest’ultima, secondo il gip, “manifesta nei suoi scritti di essere totalmente impregnata della ‘cultura’ mafiosa”.

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