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Basilicata, candidato a perdere: ‘campo largo’ ai sospetti e veleni

Nel 'Campo largo' ormai abbondano solo sospetti e veleni, con una girandola di nomi gettati nel frullatore di quello che ormai è diventato un circo mediatico dove si bruciano decine e decine di nomi

Pubblicato:13-03-2024 19:26
Ultimo aggiornamento:13-03-2024 19:27

candidati politiche
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ROMA – Ormai mancano pochi giorni alla presentazione delle liste e dei candidati alla Presidenza della Regione Basilicata. In questo momento i dirigenti locali che si rifanno all’area del ‘Campo largo’ sono riuniti con Chiorazzo per cercare la quadra. E stasera si saprà, forse, il nome del candidato comune. Ma sono pochi a crederci. Il Centrodestra è già blindato sul generale Bardi, Presidente uscente, che se la sta godendo a vedere il Centrosinistra in pieno delirio. Nel ‘Campo largo’, infatti, ormai abbondano solo sospetti e veleni, con una girandola di nomi gettati nel frullatore di quello che ormai è diventato un circo mediatico dove si bruciano decine e decine di nomi.

I leader nazionali, in particolare del Pd e del M5S, stanno cercando di trovare il nome comune, ma appena ne spunta uno ecco che gli altri possibili alleati, ad esempio Azione, alzano il ditino per dire “no”. In questo clima, basta fare un giro di telefonate a chi sta seguendo la partita dietro le quinte per trovarsi spettatori di una brillante e amara commediola italiana, con cento personaggi in cerca di candidatura. Al centro c’è Angelo Chiorazzo, mega imprenditore valutato centinaia e centinaia di milioni di euro, che ha deciso di dare una mano alla sua terra e di candidarsi. Le voci locali indicano in Roberto Speranza, ex ministro della Salute ora dirigente nazionale del Pd, lo sponsor ufficiale.
Chiorazzo piace anche ai dirigenti del Pd della Basilicata che infischiandosene del ‘NO’ annunciato in loco da Baruffi e Taruffi, mandati dalla segretaria Elly Schlein, votano un documento di via libera alla faccia del M5S che Chiorazzo proprio non lo digerisce. Di qui il tira e molla, dove tutti i leader locali e nazionali delle forze politiche del ‘Campo largo’ mettono bocca e nessuno aiuta a trovare una soluzione. Alla fine, si capisce dalle fonti locali, una sentenza: Il Centrosinistra ha già deciso che perderà, quindi bisogna scegliere se perdere da soli o accompagnati. Sembra la scelta del Pd, che insiste a trovare un candidato, a perdere insieme però al M5S, così si dimezzano gli accidenti del dopo elezioni. Il M5S, da parte sua, visto anche il risultato rimediato in Abruzzo, sfoglia la margherita per decidere se non sia meglio andar da soli, magari così si mettono insieme qualche voto che fuggirebbe con l’abbraccio Dem.

Da parte sua Chiorazzo, raccontano le fonti locali, continua sotto traccia a far la parte sua, dice di trattare ma tutti pensano che alla fine resterà in campo e si candiderà da presidente a prescindere. Tanto che il progetto Chiorazzo, il suo movimento Basilicata Casa comune, lo sta già esportando altrove, ad esempio in Umbria, pronto per le prossime Regionali nella terra delle Chiese e dei Santuari, luogo caro a chi viene ricevuto dal Papa senza appuntamento. Non solo, dopo la girandola di nomi buttati nel frullatore per essere bruciati, qualcuno alza il dito proprio verso Chiorazzo: sono i suoi, questo è il ragionamento, perché così alla fine, quando non ci sarà più tempo, sul campo ci sarà solo Chiorazzo. Voi capite che se questo è il clima bisogna anche comprendere chi di perdere non vuol saperne. Per questo Azione, chi dice anche Italia Viva, già stanno trattando col Generale Bardi per conquistare qualche avanposto locale ma di tutto rispetto.
Tra le fonti locali, comunque, ce n’è anche una che non si arrende all’inevitabile sconfitta. Conosce il territorio e parlando col cronistra della Dire lancia la sua proposta, una candidatura autorevole, una giovane donna con esperienza anche in Europa. Fa anche il nome, ma si preferisce non metterla nel frullatore impazzito. Però, in effetti, leggendo in rete le news che la riguardano potrebbe davvero mettere sull’attenti anche un generale. Chissà.


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