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Se è il denaro a comandare il prezzo non sarà mai giusto

L'editoriale del direttore della Dire Nico Perrone

Pubblicato:13-02-2024 18:42
Ultimo aggiornamento:13-02-2024 18:42

meloni_milei
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ROMA – “Lo Stato è un’associazione criminale”. Subito vien da pensare a qualche giovane svalvolato preso da furore rivoluzionario. Invece lo ha detto il nuovo Presidente dell’Argentina, Javier Milei, che ha stracciato tutti i suoi concorrenti brandendo una motosega ai suoi comizi. E qui veniamo al dibattito politico di casa nostra dove le forze politiche di destra, centro e sinistra si stanno già ‘menando’ in vista delle elezioni europee e amministrative. Tutta l’attenzione sembra rivolta a quanto dicono i vari leader, al botta e risposta tra di loro. Pochi si soffermano a parlare di quello che, a mio parere, è il vero dramma che vive, non solo da noi, il sistema della democrazia rappresentativa. Perché è sempre più alta, sfiora quasi la metà, il numero di chi non partecipa al voto, perché se ne frega o non crede più all’utilità di scegliere un partito o un candidato. E sono sempre di più i giovani, quelli che almeno per età dovrebbero rappresentare il futuro, a voltarsi dall’altra parte. Qualcuno pensa che si possa riportare i non votanti ad impegnarsi polarizzando lo scontro politico e sociale o magari col catastrofismo. Le forze politiche tradizionali molte volte si appellano alla ragionevolezza condannando i gesti estremi e violenti. Ma si rivolgono a pochi perché la stragrande maggioranza del ‘popolo degli scontenti e delusi’ non è affatto violento ma disperato, disorientato e preoccupato per il futuro del nostro paese e del mondo, delusi dalla politica in generale. Insomma, il loro non partecipare è più un allarme che chiede una pronta risposta piuttosto che la demonizzazione. Scelta sbagliata considerato che sono ormai milioni e milioni i cittadini arrabbiati e delusi. Nell’ipercapitalismo di oggi valgono e si parla solo dei costi, non c’è spazio per la dignità (dal vocabolario: Rispetto che l’uomo, conscio del proprio valore sul piano morale, deve sentire nei confronti di sé stesso e tradurre in un comportamento e in un contegno adeguati). La persona, le persone, sono ridotte a clienti, a valore di mercato,si spinge a tradurre la totalità dell’esistenza umana in valori prettamente commerciali e tutti viviamo in un grande iper magazzino. Non c’è più la morale come categoria generale ma ci si accontenta come scriveva Kant “a scegliere i mezzi più validi per per realizzare le proprie intenzioni calcolate sul vantaggio”. Ecco che è l’economia che si trasforma in super sistema che tutto ingoia e digerisce. Persino la morale patisce perché oggi un pochino di morale si vende comunque bene. La politica è subordinata, non è in grado  di influenzare il diktat economico, ne dipende totalmente. Per questo la politica oggi tende soltanto ad interessarsi di come mantenere a lungo il proprio potere, avere una ‘visione’ potrebbe addirittura essere d’ostacolo al mantenimento. Qui sta il nodo, come rompere l’egemonia del capitale, la potenza del denaro. Solo introducendo di nuovo la moralità nel nostro agire quotidiano possiamo sperare di arrestare il degrado, che tutto si trasformi in un mercato dove cresceranno soltanto ingiustizie e infelicità. 

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