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Suicidio assistito, morta ‘Anna’ la prima in Italia ad ottenere il farmaco letale dal Ssn

Era affetta da sclerosi multipla e oltre un anno fa aveva chiesto all'ASL della sua Regione la verifica delle sue condizioni per poter accedere al suicidio assistito

Pubblicato:12-12-2023 19:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2023 16:50
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ROMA – “Ho amato con tutta me stessa la vita, i miei cari e con la stessa intensità ho resistito in un corpo non più mio. Ho però deciso di porre fine alle sofferenze che provo perché oramai sono davvero intollerabili. Voglio ringraziare chi mi ha aiutata a fare rispettare la mia volontà, la mia famiglia che mi è stata vicina fino all’ultimo. Io oggi sono libera, sarebbe stata una vera tortura non avere la libertà di poter scegliere”. A parlare è “Anna” (nome di fantasia) la prima donna in Italia ad aver ottenuto tutto l’aiuto necessario per porre fine alla sua vita da parte del Servizio sanitario nazionale a casa propria: la fornitura del farmaco letale, la strumentazione necessaria e l’assistenza del personale.

Ad annunciarlo è stata l’Associazione Luca Coscioni su Facebbok. “Finalmente “Anna”, qualche giorno fa, ha potuto scegliere di porre fine alla sua sofferenza insopportabile- si legge nel post- “Anna” aveva 55 anni e viveva in Friuli Venezia Giulia. Affetta da una forma di sclerosi multipla progressiva che l’aveva resa totalmente dipendente dall’assistenza di altre persone, oltre un anno fa aveva chiesto all’ASL della sua Regione la verifica delle sue condizioni per poter accedere al suicidio assistito come previsto dalla sentenza 242 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani. Ora è la prima persona in Friuli Venezia Giulia ad aver ottenuto tutto l’aiuto necessario per porre fine alla sua vita da parte del Servizio sanitario nazionale”.

“Ma 389 giorni – si legge ancora- per ottenere il riconoscimento di un proprio diritto, in condizioni di “sofferenza insopportabile” come “Anna”, sono troppi, e non dovrebbe essere necessario ricorrere ad avvocati e tribunali. Per questo continuiamo le campagne regionali “Liberi Subito”, affinché le Regioni approvino una legge che introduca procedure e tempi certi per accedere al suicidio medicalmente assistito”.


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