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Crudeltà ad Angri: gatto scuoiato vivo e lasciato per strada

Il canile di Cava de' Tirreni ha promosso una fiaccolata per chiedere 'Giustizia per Leone'

Pubblicato:12-12-2023 13:12
Ultimo aggiornamento:12-12-2023 19:50
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NAPOLI – Un gattino, ribattezzato Leone dai veterinari che hanno cercato di salvarlo, è stato scuoiato vivo e lasciato in strada agonizzante ad Angri, in provincia di Salerno. L’Enpa-Ente nazionale protezione animali fa un appello a eventuali testimoni per individuare chi sia il responsabile dell’efferatezza, sottolineandone la pericolosità sociale.

“Scuoiato vivo e lasciato agonizzante in strada. Non è solo orrore, disprezzo e sdegno quello che proviamo ma anche paura all’idea che gente così sia a piede libero e rabbia perché le conseguenze per chi compie certe oscenità non sono mai sufficientemente proporzionate alla gravità dei fatti“. Così Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa-Ente nazionale protezione animali che attraverso il suo ufficio legale e l’avvocata Enpa Claudia Ricci ha presentato denuncia dopo la morte del gatto scuoiato vivo e lasciato agonizzante in strada ad Angri, in provincia di Salerno. Il gatto era stato battezzato Leone dai veterinari che lo hanno soccorso e che hanno tentato di salvarlo, purtroppo senza successo.

“Come Ente nazionale protezione animali abbiamo presentato denuncia contro ignoti affinché questa morte atroce – ancora Rocchi – non cada nel vuoto. Contiamo sul lavoro delle forze dell’ordine e chiediamo l’aiuto di tutti. Se qualcuno avesse visto qualcosa si faccia avanti, anche in forma anonima. La persona che ha commesso un atto così crudele è una persona pericolosa. Per questo anche stavolta chiediamo ancora una volta che venga riconosciuta la pericolosità sociale per chi compie questi reati contro gli animali. Ogni giorno rimandato – conclude – potrebbe significare la condanna di una donna, di un uomo, di un bambino o di un altro animale. Bisogna agire subito”.


FIACCOLATA PER IL GATTO LEONE DOMENICA 17 DICEMBRE

Il gatto soccorso ad Angri il 7 dicembre scorso è stato trasferito all’Ambulatorio Asl Veterinaria di Cava de’ Tirreni dove per quattro giorni è stato accudito da veterinari che si sono alternati per le medicazioni e terapie. A vegliarlo senza sosta e fino alla fine i volontari del Canile di Cava de’ Tirreni che lo hanno battezzato ‘Leone’ proprio per la forza dimostrata dopo la barbarie subita e che attraverso la propria pagina Facebook hanno aggiornato sull’evolversi delle sue condizioni.

Ieri il corpicino del gatto ha lasciato l’ambulatorio per essere sottoposto ad esame autoptico dal dottor Luigi Toro intenzionato ad aprire un fascicolo da presentare alla Procura.

“Da parte nostra – le parole del sindaco di Angri Cosimo Ferraioli – faremo tutto il possibile per rendergli giustizia e per evitare che cali l’attenzione su questa vicenda. Chi ha infierito così chirurgicamente su Leone sapeva cosa stava facendo e ora la deve pagare per questo atto di pura brutalità e inciviltà. Il mio appello – scrive su Facebbok – è sempre lo stesso, oggi più di ieri: chi sa parli, chi ha scritto qui sui social di situazioni anomale riporti quanto visto alle forze dell’ordine o sarà stato tutto inutile, anche il sacrificio di Leone. Non dobbiamo inoltre sottovalutare l’aspetto sociale celato dietro a tutto questo”.
Intanto sui social il Canile di Cava de’ Tirreni ha promosso per la prossima domenica 17 dicembre una fiaccolata con partenza alle 18 dalla chiesa di Sant’Antonio ad Angri (via Orta Loreto) per chiedere ‘Giustizia per Leone’.

GATTO SCUOIATO VIVO, ANIMALISTI ITALIANI: PENE SEVERE PER QUESTE ATROCITÀ

Leggi più severe per chi commette tali atrocità nei confronti degli animali. A farne appello è l’associazione Animalisti Italiani che depositerà denuncia dopo la morte di Leone, il gatto scuoiato vivo ad Angri (Salerno). Soccorso dai volontari del Canile di Cava de’ Tirreni e curato dal personale veterinario dell’ambulatorio Asl di Cava de’ Tirreni, il gattino ha lottato per quattro giorni prima di soccombere alle ferite profonde inflitte da mani crudeli e ignote. La legge 189/04 ha introdotto per la prima volta il delitto di uccisione di animale, rendendo penalmente perseguibile colui che uccide un singolo animale. “La storia di Leone – le parole del presidente di Animalisti Italiani Onlus, Walter Caporale – è un grido d’allarme che non può passare inosservato. Chiediamo leggi più severe e punizioni più stringenti per chi commette reati contro gli animali. Da tempo ci battiamo per una normativa che fornisca loro una tutela più incisiva: bisogna inasprire le pene detentive e le sanzioni pecuniarie. È evidente la stretta correlazione esistente tra il maltrattamento animale e il comportamento di individui sociopatici. Per combattere crudeltà e orrori contro gli animali è necessario superare la tradizionale impostazione che nega il grado di soggettività anche a loro. Per gli animali, con l’attuale dispositivo normativo, il reato di uccisione resterebbe sicuramente impunito. Giustizia non sarà mai fatta in Italia fino a quando – conclude – chi inizia torturando animali non farà un giorno di carcere”. E per chiedere che venga inasprita la pena per coloro che compiono violenza sugli animali e che, nei casi più gravi, l’arresto non sia commutabile con una pena pecuniari, la onlus ha promosso una petizione sottoscrivibile al link www.animalisti.it/petizione.

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