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Malata di Sla lombarda perde il sussidio: 34.000 firme a Fontana e Meloni

La diagnosi di Sla alla donna nel 2009 a 39 anni, con una figlia di 11 mesi e un matrimonio celebrato solo 4 anni prima

Pubblicato:12-10-2023 19:31
Ultimo aggiornamento:12-10-2023 19:32
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SLA-LOMBARDIA
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MILANO – Fino a 70mila euro l’anno per essere assistita. E, adesso, con l’introduzione dei parametri Isee, i contributi pubblici si sono azzerati. È questa la denuncia di Silvia Battini, malata di Sla lombarda che, tramite la piattaforma Change.Org, ha lanciato la petizione “La Sla costa: è un lusso che non tutti possono permettersi” che, in pochi giorni, ha superato quota 34mila firme.

“Fino a qualche anno fa- spiega Silvia nel suo appello scritto usando solo i suoi occhi e diffuso dalla piattaforma– la Regione Lombardia erogava un contributo mensile a scaglioni: per quelli come me sarebbe stato di 2.500 euro al mese (circa 30 mila all’anno, ndr). Poi, hanno introdotto l’Isee, e a noi hanno tolto tutto. Chiedo dunque al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, l’abolizione immediata dell’Isee come criterio di erogazione dei contributi ai malati Sla. Chiedo anche alla presidente del consiglio Giorgia Meloni l’estensione di questi contributi a livello nazionale, e non solo ai ‘fortunati’ residenti in Lombardia”.

Battini ricorda poi le spese principali sostenute nella quotidianità: “Ci sono le badanti che non vogliono farsi assumere, quelle che fanno il fine settimana, 12 ore al giorno a 10 euro all’ora non ti fanno la ricevuta. Dobbiamo ingoiare il rospo e accettare. Perché non siamo un anziano con cui guadagnano la stessa cifra, siamo una famiglia, molto più lavoro”.


La donna dichiara poi di percepire una pensione di 1.200 euro e l’accompagnamento di 490 euro dello Stato. “Mia mamma, pensionata ottantenne, ci aiuta mensilmente facendo non pochi sforzi”. La diagnosi di Sla alla donna nel 2009 a 39 anni, con una figlia di 11 mesi e un matrimonio celebrato solo 4 anni prima. Un anno dopo la sedia a rotelle. Nel 2015 la gastronomia endoscopica percutanea per permettere l’alimentazione senza i precedenti problemi di deglutizione.

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