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Sigarette, i contrabbandieri esistono ancora. E lavorano in 150 paesi

I cittadini dell'Unione europea consumano annualmente quasi 55 miliardi di sigarette illecite. I dati di una ricerca dell'Università cattolica del Sacro cuore

Pubblicato:12-07-2019 07:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:31
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ROMA – I contrabbandieri? Esistono ancora e ogni anno riescono a far girare illegalmente 132 miliardi di sigarette che vengono poi consumate in 57 paesi tra Europa, Nord Africa, Medio Oriente e Asia centrale. Questa cifra corrisponde al 10% del loro consumo totale. I percorsi per far passare le stecche illegali? Ce ne sono quasi 900 diversi. Lo rivela la ricerca “Ittp Nexus in Europe and Beyond”, che è stata condotta da Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore e finanziata dalla Pmi Impact Initiative.

Lo studio individua e quantifica i flussi illeciti di sigarette verso i paesi dell’Unione Europea che attraversano il Nord Africa, il Medio Oriente e l’Asia centrale ed evidenzia le connessioni esistenti tra questi flussi e la struttura politica, legislativa e socio-economica dei paesi che attraversano. Tramite questo processo, lo studio mette in luce i fattori che agevolano il traffico transnazionale illecito di sigarette.

Cosa succede in Italia


Nel 2017, sono entrate in Italia 5,5 miliardi di sigarette attraverso flussi illeciti provenienti da 25 diversi paesi. Lo studio evidenzia una diminuzione dei traffici rispetto al periodo 2008-2012 durante il quale la media dei flussi in ingresso era pari a 9,5 miliardi di sigarette l’anno.

Queste sigarette entrano principalmente dalla Slovenia (1 miliardo), via mare dagli Emirati Arabi Uniti (0,9 miliardi) e dall’Austria (0,8 miliardi). Tra gli oltre 100 paesi di origine delle sigarette illecite trasportate in Italia, gli Emirati Arabi Uniti occupano il primo posto (1 miliardo), seguiti da Romania (0,4 miliardi), Ucraina (0,4 miliardi) e Corea del Sud (0,4 miliardi).

Nello stesso anno, oltre 4 miliardi di sigarette sono state trasportate illegalmente fuori dall’Italia verso 14 diversi paesi. La maggior parte di queste è diretta in Francia (1 miliardo), in Svizzera (0,8 miliardi) e in Austria (0,7 miliardi).

Inoltre, la ricerca rivela che nel 2017 sono state consumate in Italia tra i 3 e i 3,5 miliardi di sigarette illecite. Ucraina, Emirati Arabi Uniti e Corea del Sud sono i principali paesi di origine delle sigarette consumate, mentre la provenienza di 1,9 miliardi di sigarette illecite è sconosciuta.


I traffici illegali verso l’Europa

Le sigarette illecite consumate nell’Unione Europea provengono da 128 paesi dislocati in 5 continenti e la maggior parte di queste proviene da paesi situati fuori dall’Ue. Oltre il 20% delle sigarette proviene dai paesi dell’Europa orientale (principalmente Ucraina e Bielorussia) e quasi il 40% da regioni extraeuropee, soprattutto dal Medio Oriente (Emirati Arabi Uniti) e dal Nord Africa (Algeria);

I cittadini dell’Unione europea consumano annualmente quasi 55 miliardi di sigarette illecite. I trafficanti sfruttano numerosi percorsi per trasportare le sigarette da un paese all’altro. Si registrano quasi 900 collegamenti diversi tra i 150 paesi coinvolti nel traffico transnazionale di sigarette.

I flussi illeciti di sigarette diretti in Europa possono essere raggruppati in tre rotte principali: la rotta Nord-Orientale (Bielorussia, Moldavia, Russia, Ucraina); la rotta dei Balcani; la rotta del Maghreb. I conflitti armati, la corruzione, la tolleranza verso il traffico e il consumo di sigarette illecite, gli accordi di libero scambio e la vulnerabilità delle zone di libero scambio rispetto alle attività criminali sono solo alcuni dei fattori che hanno un impatto significativo sul traffico illecito di sigarette.

“Lo scopo dello studio- spiega il direttore di Transcrime Ernesto Savona- è accrescere la consapevolezza sulle caratteristiche e le determinanti del traffico globale di sigarette per contribuire alla previsione e alla prevenzione di questo crimine. Inoltre, la metodologia adottata da questo studio potrebbe essere utilizzata per analizzare altri mercati illeciti transnazionali e attività criminali come il traffico di droga o di armi”.

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