ROMA – ‘Andrà tutto bene”. Anzi, #andratuttobene. In rete da ieri sera circolano immagini di disegni con un bell’arcobaleno colorato e la scritta ‘Andrà tutto bene’, in relazione all’emergenza coronavirus in Italia. Disegni, cartelloni, striscioni. Fatti con pennarelli, matite o acquerelli. Chi sul balcone, chi in casa. E i genitori che postano su Instagram e Facebook i relativi disegni accompagnati dagli hashtag di rito #andratuttobene, #iorestoacasa e #covid19.
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Ma siamo davvero sicuri che andrà tutto bene? Finora le cose come sono andate? Ma soprattutto: è un bene coinvolgere un bambino su un ragionamento di prospettiva andrà bene/non andrà bene? Magari convincerlo a pensare che andrà bene, e incoraggiarlo appunto a disegnare un arcobaleno? Lo abbiamo chiesto a Federico Bianchi Di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), che non approva l’iniziativa. E dice: “È più sbagliato riempire di angoscia un bambino che non ha strumenti per difendersi”. Secondo l’esperto, a un bambino bisognerebbe limitarsi a dare “poche informazioni semplici“, come ad esempio “bisogna disinfettare la scuola e aspettare che l’infezione se ne vada”.
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