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In Valle d’Aosta sospeso il 2,9% degli insegnanti: non sono vaccinati

L'assessore Caveri: "Bisogna avere bene in testa che la scuola, pur con qualche rischio, resta un servizio pubblico essenziale"

Pubblicato:12-01-2022 16:30
Ultimo aggiornamento:12-01-2022 16:30

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AOSTA – Tra gli insegnanti valdostani, il 2,9% è stato sospeso per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale; il 6,2% del personale docente è assente per quarantena o isolamento domiciliare per il Covid-19; il 6,7% è assente per altri motivi, come aspettativa o malattia non Covid. La rilevazione è stata fatta lunedì dalla sovrintendenza agli Studi della Regione in tutte le scuole valdostane. Per quanto riguarda il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, lo 0,9% è sospeso perché non vaccinato; il 4,5% per quarantena o isolamento; il 2,9% per altri istituti. Tra gli studenti, il 5,8% è in didattica a distanza o in didattica digitale integrata. Alla giornata di martedì, 10 classi di scuola elementare sono in sorveglianza sanitaria e due classi di scuola media in autosorveglianza perché è stato segnalato un caso di positività in classe. Ancora: due sezioni di scuola materna e tre classi di scuola elementare sono state poste in quarantena e una classe di scuola media sta svolgendo la didattica digitale integrata perché sono stati segnalati due casi di positività nella classe. “Lo sforzo per mantenere le scuole aperte è corale e deriva dalla consapevolezza che passare tutti in Dad sarebbe una scelta in questa fase contraria ad una politica che in Valle d’Aosta è stata perseguita con convinzione a beneficio degli studenti” spiega l’assessore regionale all’Istruzione, Luciano Caveri.

“Conosco le difficoltà e lo sforzo dei diversi soggetti nelle scuole- prosegue Caveri- e l’incontro di oggi con i dirigenti scolastici, così come la presa d’atto dei dati già avvenuto in queste ore, serve per monitorare gli eventi. Il mondo della scuola segue le scelte sanitarie e questa pandemia ancora incombente comporta un evidente stress e preoccupazione per tutti. Ma bisogna avere bene in testa che la scuola, pur con qualche rischio, resta un servizio pubblico essenziale”.


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