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La Democrazia Cristiana torna a piazza del Gesù: il palazzo del potere in un mezzanino

Un ritorno in stile sobrio: 'Coi mezzi che abbiamo a disposizione, possiamo permetterci a malapena un mezzanino all'ultimo piano'

Pubblicato:11-11-2017 12:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:53

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ROMA – Torna la Dc a piazza del Gesu’. Ma le 30 stanze del potere, sono ora un mezzanino all’ultimo piano dello storico palazzo Cenci-Bolognetti.

Un pullman dalla Calabria, e una cinquantina di persone da varie parti d’Italia per festeggiare la riapertura dei battenti piu’ invidiati della storia d’Italia, quelli che al civico 46 di piazza del Gesu’ ospitarono per piu’ di mezzo secolo la Democrazia Cristiana. Un ritorno all’insegna dell’umilta’, come d’altronde predicava Alcide De Gasperi. Quando gli chiesero se non preferisse il ben piu’ ampio palazzo Altieri, lo statista Dc disse: “No meglio piazza del Gesu’. Trenta stanze bastano per guidare il paese”.

Ma anche la sobrieta’ degasperiana suonerebbe oggi come un lusso sfrenato. “Coi mezzi che abbiamo a disposizione, possiamo permetterci a malapena un mezzanino all’ultimo piano“, confida al cronista il presidente della Dc Gianni Fontana, ministro dell’agricoltura, e delle foreste, nel governo Amato, per nulla provato dalla lunga teoria di baci e strette di mano. In quell’appartamento trovavano riparo un tempo uscieri e autisti del potere bianco. Ora nel cortile di piazza del Gesu’ si muovono le macchine degli inquilini e il furgone della ditta che lucida i pavimenti. “Largo, largo. Per favore state ai lati, fate passare il camioncino”, dice il portinaio, irrompendo subito dopo il taglio del nastro.


“Alle politiche saremo certamente in campo. C’e’ talmente tanto interesse al rilancio della Dc che stavolta credo proprio che sia la volta buona“, spiega il segretario Angelo Sandri, che rivela: “Venivo qui a Roma e sono stato avvicinato all’Aquila da un gruppo di 20 consiglieri in carica che hanno manifestato interesse a entrare nel partito”. Buon segno.

Tre piani piu’ su, non a caso, e’ festa. Piu’ d’uno vi arriva trafelato, a piedi per colpa del microscopico ascensore. Si trova ristoro sui marmi delle scale, fazzoletti alla mano e un bicchiere d’acqua per assorbire la fatica della salita. Buffet d’altri tempi: pop corn, salatini e puff. Aranciata e piatti in plastica. Volti noti: si affacciano i parlamentari Giuseppe De Mita e Domenico Menorello, e gli ex Mario Tassone e Lucio D’Ubaldo. Ecco Calogero Mannino. “Oggi mettiamo un punto fermo. Dalla memoria storica democristiana puo’ nascere anche la ragione di una ripresa delle scelte fondamentali della Dc in un orizzonte totalmente nuovo. Abbiamo dato tanto sangue ma ora la ricreazione e’ finita”, dice Mannino.

Alle pareti bianche De Gasperi, Aldo Moro e Luigi Sturzo osservano tra l’accigliato e il perplesso. Lo scudo crociato, la cartina d’Italia, i volti di tutti i segretari introducono alla stanzetta dove Fontana tiene il discorso inaugurale, salutato dalla consegna di un piatto in porcellana, raffigurante, manco a dirlo, lo scudo crociato. Nonostante le difficolta’, l’entusiasmo e’ palpabile. Oggi partono anche i nuovi organismi dirigenti. Non a piazza del Gesu’. I locali sono troppo piccoli. “La riunione si tiene in corso Rinascimento 23”, avvertono.

di Alfonso Raimo

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