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A Savona l’interruzione volontaria di gravidanza si fa in ostetricia. Pd: “Gravissimo”

Interrogazione in consiglio regionale, la Asl conferma: "Colpa della pandemia, ma il percorso resta protetto e isolato"

Pubblicato:11-10-2022 17:42
Ultimo aggiornamento:11-10-2022 17:42

tumori ginecologici
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GENOVA – “All’ospedale San Paolo di Savona gli interventi di interruzione volontaria di gravidanza non vengono più effettuati nel blocco chirurgico, ma nel reparto di ostetricia. Le donne, da quando è scoppiata l’emergenza covid, sono costrette a raggiungere la sala operatoria adiacente alle sale parto, attraversando il reparto di ostetricia, dove ci sono donne in travaglio o che hanno appena partorito e neonati che piangono”. Lo denuncia il consigliere regionale del Partito democratico, Roberto Arboscello, che stamattina ha presentato in aula un’interrogazione sul tema. “Al di là delle opinioni, quanto avviene è un fatto gravissimo- accusa il dem- una totale mancanza di rispetto della dignità della persona”.

LA ASL: ‘COLPA DEL COVID, MA IL PERCORSO RESTA PROTETTO

In assenza del governatore Giovanni Toti e in attesa della nomina ufficiale del nuovo assessore alla Sanità, Angelo Gratarola, la risposta della giunta è stata affidata all’assessore delegato ai rapporti con il consiglio, Marco Scajola, che ha letto una nota della Asl 2 Savonese, nella quale si conferma di fatto la ricostruzione del consigliere di opposizione. “Le donne che hanno intrapreso il percorso di interruzione volontaria di gravidanza sono sempre state assistite in Day surgery multidisciplinare, fino a inizio emergenza pandemica. Detta emergenza ha obbligato a un riassetto sia strutturale sia organizzativo- viene spiegato- da inizio emergenza, per le donne che si sottopongono a interruzione volontaria di gravidanza si è comunque mantenuto un percorso dedicato e l’assistenza post intervento erogata in Ginecologia, in camera di degenza riservate, nel rispetto della dignità e della privacy. Detta struttura di assistenza è destinata alla donna con patologia ginecologica e allocata in altro piano rispetto a quello riservato alle partorienti“.

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Il direttore generale dell’azienda sanitaria, Marco Damonte Prioli, spiega che “stante la situazione epidemiologica che impone il mantenimento dei doppi percorsi covid-non covid e nelle more delle assunzioni di personale sanitario medico e infermieristico, nell’immediato non è prevedibile la riapertura della struttura di Day surgery multidisciplinare e la ripresa della modalità operative precedenti all’emergenza covid“.

Parole che non sono piaciute ad Arboscello. “Mi chiedo se la giunta sia mai andata nel reparto di ostetricia per vedere cosa sono costrette a subire le donne che hanno deciso di accedere all’interruzione di gravidanza. Ma data la risposta e la mancanza di una soluzione, direi proprio di no: c’è una totale indifferenza. Serve più umanità”.

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