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Botswana, Survival chiede la fine dell’apartheid per i Boscimani

Una sentenza del 2006 riconosce ai Boscimani il diritto di vivere nella loro terra. Ma non a tutti

Pubblicato:11-04-2016 11:42
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:32

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Foto Survival

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ROMA  – Survival International ha lanciato una campagna per chiedere la fine del sistema draconiano che in Botswana sta distruggendo numerose famiglie boscimani e sta negando loro l’accesso alla terra. Diversi critici, come l’attivista anti-apartheid Michael Dingake, hanno paragonato il sistema a quello delle famigerate pass laws dell’apartheid sudafricano.

La campagna arriva in occasione del cinquantesimo anniversario dell’indipendenza del Botswana. Dopo essere stati sfrattati con la forza- tra il 1997 e il 2002- e costretti a vivere in campi di reinsediamento governativi, nel 2006 i Boscimani hanno vinto uno storico processo e si sono visti riconoscere il diritto a vivere nella loro terra, all’interno della Central Kalahari Game Reserve. Da allora, però, questo diritto è stato esteso di fatto solo a un piccolo numero di Boscimani, nominati esplicitamente nei documenti della Corte. I loro figli e i parenti più stretti sono costretti a richiedere permessi anche solo per fargli visita, pena sette anni di prigione. Persino i bambini nati e cresciuti nella riserva devono richiedere un’autorizzazione al compimento del diciottesimo anno di età. Molti temono che una volta che l’attuale generazione sarà scomparsa, i Boscimani resteranno chiusi per sempre fuori dalla loro terra. “Non so nulla di queste celebrazioni- ha detto un Boscimane a Survival, a proposito dell’anniversario- Lo fanno in modo che la gente non pensi che siano un cattivo governo. Loro festeggiano, noi no. Ci sentiamo sempre nello stesso modo. Festeggiano da 49 anni”.

“Il governo del Botswana perseguita brutalmente i Boscimani da decenni, prima con sfratti violenti e poi con un sistema di permessi progettato per dividere le famiglie- ha commentato il Direttore generale di Survival International, Stephen Corry- Se il Botswana vuole ancora essere visto come ‘un faro’ di democrazia in Africa deve ascoltare i Boscimani, rispettare la sentenza della propria Corte, e mettere fine a questa restrizione terribilmente ingiusta del loro diritto a vivere nella terra ancestrale, all’interno della CKGR. Mi auguro che questo anno storico segni la fine della decennale persecuzione dei Boscimani”.


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