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Ecuador, Solorzano (Comunità in Italia): “Attentato shock, ora più che mai bisogna votare”

L'avvocata da 15 anni nel nostro Paese: "L'assassinio di Fernando Villavicencio sembra un messaggio, era un simbolo della lotta alla corruzione"

Pubblicato:10-08-2023 18:01
Ultimo aggiornamento:11-08-2023 11:33

Fernando Villavicencio ecuador
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ROMA – L’attentato in cui ha perso la vita a Quito, in Ecuador, il candidato alle presidenziali del 20 agosto Fernando Villavicencio “è un messaggio agli elettori, perché lui portava la bandiera dell’onestà e della lotta alla corruzione. Ora, i cittadini alla trasparenza sceglieranno i politici che prometteranno di riportare la sicurezza nel Paese. Ora più che mai è importante andare a votare”. Ne è convinta Fernanda Solorzano, avvocata ed esponente della comunità degli ecuadoriani di Roma, che conta migliaia di individui sui 66.500 totali in Italia stimati dall’Istat. L’agenzia Dire la contatta mentre “stavamo organizzando i festeggiamenti per la giornata dell’Indipendenza che in Ecuador ricorre oggi, 10 agosto. Siamo rimasti scioccati e ovviamente abbiamo annullato tutto”.

UN PAESE PREDA DI VIOLENZE: 4.500 OMICIDI NEL 2022

L’avvocata, da quindici anni in Italia, inizia osservando: “Sui giornali non si parla mai di Ecuador, è difficile quindi far capire quanto il mio Paese sia scivolato nell’abisso della criminalità, sia di gruppi piccoli che grandi”. Sparatorie in pieno giorno come quella in cui ha perso la vita il politico e giornalista non sono fatti isolati: non solo i cittadini sono continuamente preda di furti e sequestri in ogni area del piccolo Paese sudamericano, ma “per i criminali è diventato normale pensare a ucciderti prima di rapinarti”, avverte l’avvocata.

Ad alimentare le violenze potrebbero aver contribuito i cartelli della droga messicana, che secondo gli analisti stanno estendendo le loro attività anche in Ecuador, terra di transito tra la cocaina prodotta in Colombia e i canali di spaccio negli Stati Uniti e Europa. A dicembre un report della polizia ha rivelato che il 2022 è stato un anno record per gli omicidi: 25,5 morti ogni 100mila abitani, pari a 4.539 vittime, su una popolazione che non raggiunge i 18 milioni. Per comprendere la dimensione del fenomeno, basta guardare ai dati europei: sempre nel 2022 il tasso è stato dello 0,6 in Italia, 0,9 in Germania e 1,2 nel Regno Unito su 100mila abitanti. “La gente in Ecuador vive nella paura- continua Solorzano- le aggressioni possono avvenire ovunque: in casa, nei centri commerciali o per strada, anche quando in macchina sei costretto a fermarti al semaforo”.


L’attentato ai danni del candidato centrista del Movimiento Construye Ecuador sarebbe stato rivendicato in queste ore da una gang, Los Lobos, che avrebbero poi minacciato il candidato di destra Jan Topic, ma le autorità giudiziarie non si sono ancora espresse sulla sua attendibilità.

ORA I CANDIDATI PROMETTONO SICUREZZA

Secondo Solorzano però, l’omicidio non sarebbe servito a interrompere la sua corsa al ballottaggio: “Villavicencio non ci sarebbe mai arrivato”, continua Solorzano, “perché i sondaggi lo davano al terzo o quarto posto. Credo che i mandanti però, con la sua morte, intendano disorientare gli elettori di Villavicencio, che lo avevano scelto per la sua strenua lotta alla corruzione”. Villavicencio, una volta uscito dalla competizione alle urne, avrebbe infatti potuto suggerire per quale candidato votare al secondo turno, sostenendo quello che avrebbe rispecchiato di più i suoi valori: “Ora invece, gli elettori – i suoi come gli altri – preferiranno qualcuno che prometterà maggiore sicurezza” dice l’avvocata. Come ha fatto subito il candidato indipendente di centrodestra Otto Sonnenholzner, dato in testa ai sondaggi, che dopo l’attentato ha detto: “il Paese è sfuggito di mano al governo”. L’altra favorita, l’esponente di sinistra Luisa Gonzalez, che corre col partito dell’ex presidente Correa, ha promesso che “questo crimine non rimarrà impunito. La criminalità organizzata è andata oltre, ma su di essa ricadrà il peso della legge”.

In questo quadro “è certo che il voto risentirà di questo omicidio ma noi residenti all’estero non resteremo a guardare” assicura Solorzano, che conclude: “La prima cosa da fare è votare. Poi, agiremo tramite ambasciate, consolati, istituzioni italiane ed europee affinché si trovi una via d’uscita politica alla spirale di violenza in cui il nostro Paese è scivolato”.

IL PRESIDENTE LASSO CONFERMA IL VOTO DEL 20 AGOSTO

Il presidente dell’Ecuador Guillermo Lasso ha intanto posto fine alle speculazioni dichiarando ai media locali che l’appuntamento alle urne del 20 agosto non slitterà. Ha anche proclamato uno Stato d’emergenza nazionale della durata di 60 giorni e tre giornate di lutto nazionale.

Hanno invece deciso di sospendere la campagna elettorale diversi candidati in corsa per la presidenza. Tra loro, l’esponente del partito dell’ex presidente Rafael Correa, Luisa Gonzáles, in segno “di solidarietà alla famiglia”, e Yaku Pérez, esponente del movimento indigeno. Oltre a questi esponenti di sinistra c’è anche il candidato di destra Jan Topic, già intenzionato a seguire l’esempio del presidente di El Salvador Nayib Bukele. Quest’ultimo ha lanciato una “guerra alle maras” per eliminare le gang armate e i narcotrafficanti, ma tra gli oltre 70mila arresti ci sarebbero anche oppositori e cittadini comuni, come avvertono varie organizzazioni per i diritti umani locali.

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