ROMA – “Affronteremo la Santa Pasqua allo stesso modo con cui abbiamo affrontato il Natale, consentendo a tutti di partecipare alle feste senza limitare nemmeno per un attimo la loro libertà e gioia”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in occasione della cerimonia per il 165esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato, in corso al Pincio.
“Oggi è un appuntamento molto importante che celebriamo con la convinzione di essere una forza determinante che con fierezza ha accompagnato la storia di questo Paese. Con la convinzione e la consapevolezza che viviamo tempi difficili, qualcuno potrebbe dire troppo difficili. Ci sono stati altri momenti complicati ma mai come oggi è cieca e irrazionale questa forza contro l’umanità, è stata una settimana terribile: da Stoccolma a San Pietroburgo e l’Egitto. Si colpisce la quotidianità, a ogni attentato c’è un passo avanti sempre più evidente verso la riduzione dell’organizzazione dell’atto terroristico”, ha detto Minniti partecipando alla festa della Polizia.
“Quando si arriva a rubare un camion poco prima della consegna e poi lo si scaglia contro un centro commerciale allora è sotto gli occhi di tutti che siamo davanti a una nuova minaccia, il terrorismo a prevedibilità zero, una minaccia che non avevamo mai affrontato– ha proseguito Minniti-. Voi uomini e donne della Polizia di Stato dovete confrontarvi con un’impresa mai compiuta prima, quella di prevedere l’imprevedibile. So bene che sembra impossibile, ma oggi è possibile aggiornare – con più intelligence per una di capacità prevenire e immaginare prima le cose – avere più prevenzione con lo strumento straordinario dell’espulsione preventiva per la sicurezza nazionale, da inizio anno ce ne sono state 32, e anche migliorare. Ma l’unico modo di prevedere l’imprevedibile è controllare ogni giorno il territorio, un approccio che renda comunque sempre fruibile il territorio stesso per ragioni imprescindibili di libertà ma soprattutto perché siamo un Paese estroverso e aperto, un Paese che guarda e che tutti vogliono guardare. Non saremo mai una ‘fortezza Bastiani’ che aspetta il nemico chiusa in se stessa”.
di Mirko Gabriele Narducci, giornalista professionista
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