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Draghi: “Settore pubblico ancora più centrale, ma c’è ancora molto da fare”

Il presidente del Consiglio ha firmato con il ministro Renato Brunetta e i sindacati il 'Patto per l'innovazione, il lavoro pubblico e la coesione sociale'

Pubblicato:10-03-2021 12:30
Ultimo aggiornamento:10-03-2021 12:48

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ROMA – “La pandemia ci ha rivelato la centralità del settore pubblico nel proteggere il nostro modo di vita e la qualità della nostra vita. Inoltre oggi c’è il piano di ripresa e resilienza. Questi due eventi richiedono nuove professionalità, e quindi investimenti in formazione. Quindi nuove forme di lavoro, nuove professionalità, che a loro volta chiedono nuovi investimenti e nuove regole. Questo è quello che cominciamo oggi. Il patto di oggi è importante. Ma è il primo passo. Molto se non quasi tutto che resta da fare“. Lo ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi alla firma del ‘Patto per l’innovazione, il lavoro pubblico e la coesione sociale‘, con i sindacati a Palazzo Chigi.

“Se il settore pubblico non funziona la società diventa più ingiusta, più fragile. I lavoratori pubblici hanno un ruolo centrale. Questo è sempre vero ma è ancora più vero con la pandemia”, ha aggiunto il Premier. “Ma a fronte di questa centralità se vediamo la situazione attuale vediamo che c’è molto da fare. L’età media oggi è di quasi 51 anni, 20 anni fa era di 43 anni”.

BRUNETTA: CON PARTI SOCIALI PER COSTRUIRE NUOVA ITALIA

“Siamo, qui, oggi, perché ci accomuna la scelta, unica probabilmente in Europa, di fare un primo passo di rilancio del paese puntando sulle lavoratrici e i lavoratori pubblici, quelli che il presidente Mattarella ha definito come il volto della Repubblica”. Lo ha detto il ministro della Pa, Renato Brunetta, alla firma del ‘Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale’.
“Ci sono precedenti importanti a cui vogliamo richiamarci, dalla nascita della Repubblica in poi. Ma è nel ’92- ha ricordato- che le drammatiche crisi finanziaria e politica portarono a compiere una scelta inedita: costruire una stagione di confronto che ha consentito al Paese di uscirne più forte.
Con la firma di oggi– ha sottolineato ancora Brunetta- vogliamo mettere le basi per la costruzione di una nuova Italia, partendo dalle intuizioni di Carlo Azeglio Ciampi per avviare un percorso che investa sulle parti sociali, sull’innovazione. È lo spirito di allora che bisogna recuperare e che ricordo personalmente per l’onore che ho avuto di poter dare il mio contributo come consigliere della Presidenza del Consiglio di allora. La firma di oggi assegna alla coesione sociale non una semplice ripetizione retorica, ma un valore fondante di uno Stato che si rinnova, si modernizza sul valore della persona e della partecipazione”.
Il ministro ha concluso: “La scelta del Presidente Mario Draghi di valorizzare con la sua firma l’accordo di oggi pone questo nuovo inizio sotto i migliori auspici, per il Paese e per la sua capacità di puntare sulla responsabilità di tutte le parti per costruire un Piano nazionale di Recovery e Resilienza che investa sullo Stato e sui suoi servitori. Uno Stato che si rinnova rappresenta la carta migliore per superare la retorica pubblico-privato, le distanze garantiti-non garantiti, chiede impegno e responsabilità condivise per obiettivi comuni”.


LANDINI: MOMENTO DELLA RESPONSABILITÀ, RISOLVERE PROBLEMI INSIEME

Il Patto sul lavoro pubblico e la coesione sociale firmato a Palazzo Chigi è “molto importante, così come la scelta di investire e migliorare i diritti dei cittadini. Abbiamo bisogno di un confronto e di una sintesi per trovare le risposte, creare lavoro, favorire una buona occupazione e dare un futuro a donne e giovani. È il momento della responsabilità e di risolvere i problemi che abbiamo”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alla cerimonia con il premier Mario Draghi e il ministro della Pa, Renato Brunetta.
Il rinnovo dei contratti e il miglioramento dei servizi è un modo perché gli investimenti necessari abbiano velocità e rispetto tempi che l’Europa ci chiede”, ha sottolineato.
“Il metodo per noi è importante perché non abbiamo solo il lavoro pubblico, abbiamo tutta una serie di temi come la riforma degli ammortizzatori, del fisco”. Serve “un confronto e un coinvolgimento delle parti sociali. La democrazia e la coesione sociale si rafforza se le persone possono vivere dignitosamente attraverso il loro lavoro”. Dalla Cgil, ha concluso, c’è “piena condivisione e sostegno a questo processo”.

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