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Inchiesta sulla ‘Caronte tourist’, sequestrate tre navi

Verificata la "assoluta inidoneità" di tutti e tre i traghetti: "concreto rischio" per l'incolumità delle persone a mobilità ridotta

Pubblicato:10-01-2020 07:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:50

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PALERMO – Truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni, falsità ideologica e frode nelle pubbliche forniture ai danni della Regione Siciliana. Questi i reati ipotizzati dalla Procura di Messina che ha aperto una inchiesta nei confronti della società di navigazione ‘Caronte & Tourist isole minori Spa’, chiedendo e ottenendo il sequestro preventivo di tre navi-traghetto: la Pace, impegnata nei collegamenti marittimi La Maddalena-Palau, la Caronte, che assicura la tratta Trapani-Isole Egadi, e l’Ulisse, che collega Palermo con Ustica.

Il provvedimento, eseguito dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo in collaborazione con i colleghi di Messina, è stato emesso dal gip e riguarda anche S.L.C., di 57 anni, amministratore delegato della ‘Navigazione generale italiana Spa’ (Ngi), incorporata nel 2017 dalla ‘Caronte & Tourist isole minori Spa’. Sequestrati anche beni immobili e somme in denaro per complessivi 3,5 milioni di euro. L’inchiesta vede denunciati anche L.G, E.B. e V.F., di 56, 48 e 56 anni, che hanno avuto ruoli di amministrazione nella Ngi e nella Caronte & Tourist.

L’inchiesta, che vede Caronte & Tourist segnalata per responsabilità amministrativa, riporta il calendario al 2015: in quell’anno la Ngi si aggiudica il lotto del bando di gara della Regione Siciliana per il servizio di collegamento quinquennale Trapani-Isole Egadi, del valore di partenza di circa 15,9 milioni di euro, con un ribasso che ha fatto scendere il prezzo a 5,3 milioni. Per partecipare e vincere il bando la Ngi aveva individuato la nave Pace, dotata di stringenti caratteristiche strutturali volte a consentire la navigazione in piena sicurezza anche alle persone a mobilità ridotta, ma secondo le indagini della guardia di finanza il traghetto avrebbe in realtà “gravi carenze tecniche e strutturali” che le impedirebbero quella mansione: “difformità” che sarebbero state accertate anche da competenti organi tecnici nel corso di periodiche ispezioni.


Da qui il ricorso da parte dell’azienda, secondo gli inquirenti, a “sostituzioni irregolari del traghetto”, che non erano state autorizzate preventivamente dalla Regione, con il Caronte e l’Ulisse che a loro volta sarebbero stati anch’essi “carenti dei requisiti previsti” per il trasporto delle persone a mobilità ridotta. Ulteriori ispezioni a bordo delle tre navi hanno “sgombrato ogni dubbio – sostengono le fiamme gialle – circa la assoluta inidoneità” di tutti e tre i traghetti e sul “conseguente concreto rischio” per l’incolumità delle persone a mobilità ridotta.

L’ammontare delle contribuzioni pubbliche che sarebbero state percepite indebitamente nel periodo 2016-2019 è stato quantificato in oltre 3,5 milioni di euro: da qui la decisione di far scattare il sequestro nei confronti della società e degli indagati. I mezzi navali sequestrati sono stati affidati ad amministratori giudiziari nominati dal gip, mentre la società armatrice è stata designata custode.

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